Catrinel Marlon – Così cambiò la mia vita
Che ti appaia in jeans o in un meraviglioso abito da sera, Catrinel Marlon ha la ormai perduta capacità di colpire ed affondare al primo sguardo, come solo le dive di un passato forse remoto sapevano fare. Ma lei è tutt’altro che una diva del passato, piuttosto è la quintessenza della generazione che avanza. Tutto nel suo modo di fare, ed evidentemente di essere, ha il sapore di un talento naturale per la seduzione, quella intelligente, misurata, fatalmente femminile. Lo confermano i grandi nomi della moda di cui è stata testimonial nei suoi anni da Top Model, i registi e fotografi che l’hanno scelta come interprete e quelli che fa impazzire ad ogni sua apparizione pubblica.
Eppure oltre la copertina del “libro della vita” di Catrinel si scopre un mondo sospeso in un tempo indefinibile, in cui si può crescere senza tv e sviluppare una curiosità profonda ed un senso estetico raro, si può soffrire per amore pur essendo tra le donne più desiderate del pianeta, si può cadere nel buco nero della depressione uscendone rigenerata, dare forma attraverso la propria immagine a progetti imprenditoriali e umanitari e si può diventare un’amorevole mamma.
Nata in Romania nel 1985 sembra destinata, al pari dei genitori, a una carriera come atleta, ma l’incontro con un talent scout all’eta di sedici anni durante una gita scolastica a Bucarest ha cambiato le sorti della storia…
Catrinel Marlon : il mio esordio nella moda
Il tuo esordio nella moda si deve all’incontro con un talent scout, per caso, durante una gita scolastica, ma i tuoi progetti fino ad allora erano di altra natura. Quando hai capito il valore della tua immagine?
Credo di averne preso coscienza poco dopo il mio esordio come modella. Prima di allora non avevo idea di cosa fosse la moda o il glamour e di quale impatto nella vita delle persone potesse avere un’immagine. Sono cresciuta in Romania e i miei genitori mi hanno avuta molto giovani, erano entrambi atleti, dediti alla disciplina e in qualche modo severi. La mia infanzia è stata dedicata allo sport, alla scuola e non c’era certamente spazio per alcuna velleità. Pensa che la mia mamma ha comprato il nostro primo televisore che avevo già sette, forse otto anni ed era in bianco e nero (sorride, ndr).
Eppure oggi eccoti qua a catalizzare l’attenzione del mondo dello spettacolo, e del cinema soprattutto.
Non immaginavo assolutamente che questo sarebbe diventato il mio mondo. Ero una ragazzina ambiziosa che sognava di diventare campionessa di salto in alto, eppure quell’opportunità che mi fu offerta di fare la modella m’incuriosiva molto. Credo che la curiosità sia essenziale nella vita, ma nel mio caso sono stata anche molto fortunata nell’incontrare fin da subito gente per bene, che ha potuto aiutarmi e farmi crescere in un ambiente che tu sai essere molto difficile e dove spesso si ha a che fare con gente poco raccomandabile. I miei chiesero però che potessi continuare a studiare e terminare gli studi e così mi ritrovai, non ancora maggiorenne, a viaggiare anche all’estero e guadagnare cifre importanti mentre andavo ancora a scuola.
Catrinel Marlon e il cinema
Sono stati anni intensi quelli successivi: hai posato per i grandi maestri della fotografia e prestato il tuo volto a campagne prestigiose, poi ad un certo punto la recitazione entra nella tua vita…
Anche in questo caso non era qualcosa a cui avessi pensato, è stato per merito di una cara amica casting director che mi vedeva, ormai da un po’ di tempo, sempre più chiusa e triste. Stavo passando un momento difficile, la mia vita affettiva era andata in pezzi, dopo sette anni il mio matrimonio era finito e la moda non mi entusiasmava più come prima: credevo che la vita non avesse più senso, che ragazza stupida ero (sorride, ndr), così lei pensò che dei nuovi stimoli potessero farmi bene. Parlò di me ad un suo amico regista, Federico Brugia, gli raccontò la mia storia e lui incuriosito decise d’incontrarmi. Ne nacque un primo corto.
E così cominci ad appassionarti al cinema…
All’inizio in realtà no. Quando terminai le riprese di questo primo lavoro e la mia amica mi chiese cosa ne pensassi, se mi fosse piaciuto, le risposi di no. Le dissi che mi sembrava fosse come girare una pubblicità e parlare, ma Federico aveva visto qualcosa in me, nella mia recitazione “naturale” e insistette affinché partecipassi al suo primo lungometraggio. Anche in quell’occasione però non ero molto certa che recitare fosse ciò che volevo e gli proposi di occuparmi piuttosto delle foto del set. Sono sempre stata una grande appassionata di fotografia e mi sembrò una buona occasione per dare forma a quella mia passione. Brugia accettò e rimase colpito, sia dalla qualità delle mie foto che dalla determinazione nel lavoro. Ogni sera a cena mostravo le foto che raccontavano la giornata e più che girare un film mi sembrava davvero che ne stessi vivendo uno. Quando sono tornata a casa ero davvero una nuova persona: avevo voglia di studiare, di approfondire la recitazione e il mondo del cinema. Tornai dalla mia amica carica d’entusiasmo e cominciò a farmi da agente. Nel giro di pochissimo tempo avevamo sotto mano il casting per un film di Luigi Lo Cascio a Roma e altri casting mirati. Andarono bene praticamente tutti e così mi ritrovai a saltare da un film all’altro, da un progetto all’altro. La mia palestra l’ho fatta sul set, non ho avuto il tempo di elaborare cosa stesse accadendo.
Questa è l’ennesima riprova che la vita ci mette di fronte a diverse occasioni e sta poi a noi saperle cogliere…
Certo, oggi a distanza di anni da allora comprendo quanto sia stato particolare il mio percorso e quanto importante sia stato mantenere una sana curiosità verso le occasioni che mi si paravano davanti.
Oggi che sei diventata mamma, cosa vorresti insegnare alla tua bambina?
Anzitutto mi piace occuparmi di lei in prima persona. Ciò che voglio più di ogni cosa è riuscire a starle accanto, essere presente, il più possibile. Amo molto il mio lavoro ma la famiglia è al primo posto. Col suo papà fantastichiamo sulle cose che potremo insegnarle, che potremo trasmetterle, sempre rispettando quella che sarà la sua natura e le sue inclinazioni. Mi piacerebbe che anche lei imparasse più lingue (Catrinel ne parla correttamente quattro, ndr), che sia una bambina educata, consapevole e sicura di sé.
Continua sul cartaceo.
Ph: Alessio Albi
Style: Vito Rodriguez
Mua: Cotril
Location: Hemeras Boutique House; Terrazza 12
Video: Ilaria Giangrande
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