Matteo Menotto – Viaggiando tra tessuti, ispirazioni e visioni globali
Matteo Menotto è un noto designer specializzato nelle stampe e nei tessuti, che vanta una carriera luminosa e in continua ascesa.
Nato in Friuli a Pordenone, oggi vive a Milano, ma lavora a livello internazionale.
Ha collaborato con i brand più importanti del panorama fashion come Bulgari, Chanel e Gucci, per citarne alcuni.
L’ho incontrato in esclusiva per voi in zona Porta Venezia, nel suo studio Immago.
Vi anticipo che questo ragazzo creativo e con tanta energia positiva, ha davvero molto da raccontare.
Conosciamolo meglio…
Matteo Menotto – La mia infanzia passata a disegnare
Come nasce la tua storia creativa?
Da sempre, ho avuto un forte legame con l’immagine e l’espressione visiva.
Quando ero bambino, passavo tutto il tempo a disegnare, fantasticando su storie, persone, luoghi e oggetti immaginari. Era l’unico modo per mantenermi calmo, quindi… ovunque andasse la mia famiglia, avevo sempre con me carta e matite!
Crescendo, ho seguito queste passioni che, progressivamente, mi hanno portato a definire il mio ambito professionale.
Ho sempre cercato di portare avanti anche delle attività artistiche legate all’arte grafica, parallelamente ai lavori per le aziende, e nel 2012 ho fatto la mia prima personale: una serie di serigrafie ispirate alle città invisibili di Calvino. L’esposizione ha avuto un buon riscontro e mi ha permesso di entrare in contatto con alcune aziende tessili del distretto comasco, tra cui Mantero Seta, per cui ho lavorato come designer alcuni anni, prima di passare ai brand come Chanel, Gucci e Bulgari, azienda con cui collaboro tuttora.
Sei poliedrico nella tua attività, cosa ti appassiona di più?
Amo molto le arti visive e l’idea di riuscire ad esprimere un concetto attraverso le immagini.
Personalmente, sono appassionato del disegno a mano e, in particolare, della dinamica del gesto, dell’idea che prende forma e che trasforma un concetto astratto in qualcosa di visivamente concreto.
Mi piace trovare il legame tra artigianalità ed estetica, in una forma personale di espressione.
Quando progetto, di solito, inizio con molta ricerca sulle immagini, per trovare la giusta ispirazione, ma anche i riferimenti visivi di cui ho bisogno.
Adoro assemblare immagini provenienti da sfondi diversi e mescolarle. In genere, creo un collage che è la base del mio progetto e, poi, procedo con il disegno a mano o direttamente in digitale.
Quando hai capito che avresti voluto fare il designer?
Ho sempre pensato che la forte passione che avevo per l’immagine sarebbe stata parte anche della mia vita professionale. Forse non mi era chiaro da subito l’ambito finale, però ho cercato di seguire le opportunità che mi si sono presentate e, di volta in volta, hanno aperto altre possibilità, definendo il mio percorso. Mi sono avvicinato al mondo del tessile in seguito agli studi di architettura, con l’idea di lavorare come interior decorator.
Il passaggio dai tessuti per l’arredamento alla moda è stato abbastanza naturale, dal momento che la maggior parte dei brand aveva i propri uffici creativi a Milano ed ero molto affascinato da questo settore. Il design è un campo molto vasto e coinvolge discipline diverse, oltre al mondo delle stampe e dei tessuti. Anche se professionalmente ho dedicato gran parte della mia carriera a questo, penso che esso possa essere una opportunità per approcciare progetti totalmente nuovi. A volte, cambiare il focus dei tuoi progetti, porta con sé anche la curiosità di indagare e comprendere meglio aspetti della disciplina che prima non conoscevi.
Allo stesso tempo, come designer, puoi sviluppare il tuo punto di vista e la tua esperienza precedente in una nuova direzione.
Matteo Menotto – L’ispirazione è ovunque
Dove trovi la tua ispirazione?
L’ispirazione può, letteralmente, essere ovunque.
Amo viaggiare e, soprattutto, apprezzo luoghi, architetture e oggetti che abbiano una storia.
Mi piace pensare come esse dialoghino con il presente e si proiettino nel futuro.
Adoro le contaminazioni, culturali, stilistiche, estetiche, ma nel mio gusto mi sento molto italiano.
Sono nato a Pordenone e ho vissuto a Venezia alcuni anni, prima di trasferirmi a Milano.
Ho trovato molta ispirazione in Italia, nella sua storia delle arti e anche nello spirito eclettico delle città italiane. Ogni luogo, infatti, racchiude in sé e mescola elementi, architetture e riferimenti appartenenti a tempi e stili diversi, creando un ambiente unico e speciale.
Progetti più importanti che hai fatto fino ad ora?
Voglio pensare che i progetti più entusiasmanti siano sempre quelli futuri e cerco di non guardare troppo indietro.
Sicuramente, i brand per cui ho lavorato mi hanno forgiato. In Gucci sono entrato nel 2015 ed era un momento di totale rinnovamento, grande crescita: è stato davvero speciale viverlo.
Con Bulgari ho avuto una grande opportunità come head designer per i soft accessories.
Mi hanno dato carta bianca per creare un linguaggio visivo e rappresentare il loro mondo, le icone e i simboli del brand, attraverso stampe e tessuti.
Tra i vari progetti, citerei anche il lavoro per Realme che ho fatto lo scorso anno.
Ho disegnato un telefono, l’11 pro Plus, che è stato distribuito su scala globale e voleva assemblare il linguaggio del tech ad una estetica più legata ai trend. Come designer, è stata una vera e propria sfida, perché era un contesto fuori dal mio campo d’azione abituale, che però mi ha permesso di ampliare gli orizzonti e sperimentare molto.
Cosa hai studiato per diventare un designer di successo?
Come percorso di studi mi sono formato allo IUAV di Venezia e specializzato in architettura e design al Politecnico di Milano. In seguito, ho partecipato a dei corsi post graduate di tessile al Saint Martin’s di Londra e questo mi ha avvicinato al mondo lavorativo.
Progetti imminenti e futuri?
Davvero tanti.
Posso segnalarvi una esposizione di miei lavori personali che presento, assieme alla Libreria Antica Perini di Verona, a partire dal 22 novembre nella città veneta.
Poi, vi anticipo che al Salone del mobile 2025 sarò presente con un paio di progetti che portano la mia firma… ma di questo non voglio svelare troppo.
Un sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?
Fare il giro del mondo…penso ci sia così tanto da vedere, oltre a ispirazioni da cogliere e culture da conoscere. È l’esperienza più ricca che riesco ad immaginare e mi piacerebbe davvero poterla realizzare!
Cosa vorresti aggiungere?
Un grazie a te e a tutti i lettori di StarsSystem!