Now Reading
Saltare oltre – Il ruolo dell’attività fisica nella formazione dei bambini (…e dei grandi che sanno tornare bambini)

Saltare oltre – Il ruolo dell’attività fisica nella formazione dei bambini (…e dei grandi che sanno tornare bambini)

Donato Lecce
Saltare oltre- donato lecce doran


È un segreto che custodisco da quando ero bambino e che non ho mai fino ad ora rivelato a nessuno. Per paura di non essere creduto e per l’impossibilità di descrivere con le parole quella sensazione di leggerezza e di pienezza che mi faceva sentire in grado di compiere con semplicità e impudente destrezza tutto ciò che volevo fare.

Avevo poco più di sei o sette anni quando mi è successo per la prima volta. 

Come tutti bambini del mondo preferivo correre piuttosto che camminare e anche quella sera d’inizio estate, dopo un pomeriggio trascorso a giocare nel parchetto vicino a casa con i miei amici, stavo rientrando a casa e di corsa, naturalmente. Ero il più veloce dei mei compagni di gioco in strada e anche a scuola non c’era nessuno che riuscisse a superarmi. Mi mettevo tuttavia sempre alla prova quando correvo da solo: per capire quali fossero i limiti fisici che m’ impedivano di essere ancora più rapido e per godere anche del piacere di sentire il vento accarezzarmi il viso e scompigliarmi i capelli.

Saltare oltre – Quando correre diventa volare

Non c’era nessuno sul marciapiede davanti a me e anche la via, quella dove a un paio di centinaia di metri si trovava la mia casa, era deserta. 

Arrivato alla massima velocità oltre la quale non potevo più spingermi, ho fatto un balzo per verificare quanto lontano sarei potuto andare. Ed è qui che è avvenuto quello che ancora oggi considero un inaspettato e incredibile “prodigio”.

Mentre ero per aria ho percepito che, se avessi voluto, non avrei più toccato terra. Che il mio salto si sarebbe trasformato in un volo. In quegli interminabili istanti ho avuto paura che davvero potesse accadere una cosa simile e per paura di trasformarmi in un volatile ho deciso di atterrare. Sapevo di avere vissuto una cosa eccezionale e la conferma concreta di questa esperienza è stato constatare la lunghezza spropositata, perfino per un adulto, di quel volo che sembrava non finire mai. Anche nei giorni successivi ho corso e volato lontanissimo, atterrando sempre immediatamente dopo aver provato quella paura di non essere più capace di tornare con i piedi per terra.

Stavo prendendo le misure con il mio senso di onnipotenza? Quella sensazione che è parte fondamentale dello sviluppo psicologico di ciascun bambino di poter controllare tutto ciò che lo circonda, di essere in grado di influenzare gli eventi e le persone con il solo potere del proprio pensiero o desiderio, stava prendendo le misure con una comprensione diversa della realtà e un’autolimitazione del mio potere? 

Col tempo quelle rincorse verso il cielo si sono accorciate e quella felicità mescolata alla paura ha lasciato il posto a un desiderio razionale di capire quali sono i nostri reali limiti e quali le vie per coniugare i poteri del corpo con quelli della mente.

L’intensità e il sapore di quelle esperienze non le ho mai dimenticate e ancora adesso le ricordo con emozione. E rivivere oggi quelle emozioni mi serve a volte per riattivare la giusta energia e per ricaricarmi quando ne ho bisogno. Penso davvero che questa esperienza abbia rappresentato un tassello importante per costruire la mia identità. 

Da qui è nato anche il mio amore per le discipline orientali di combattimento e la mia passione per il cinema d’azione dove non ho mai trovato nulla di strano ammirare i “superpoteri” dei protagonisti che sfidano la gravità per correre sui muri, fare salti incredibili, levitare brevemente e dimostrare atti straordinari di agilità ed equilibrio.

Così non mi sono tanto stupito, ma quasi mi sono rivisto bambino, guardando quella sequenza particolarmente bella di Crouching Tiger, Hidden Dragon nella quale i due personaggi principali combattono in una foresta di bambù e stanno quasi volando da un ramo all’altro inseguendosi e combattendo.

Il multiverso di Doran che ho creato e che oggi mi rappresenta poggia anche su queste basi, nate quando da bambino ho scoperto che dentro di noi c’è un supereroe dei cui poteri non bisogna avere paura.

Tutto questo senza dimenticare che è fondamentale rimanere con i piedi per terra e, se è fondamentale darsi dei traguardi, è parallelamente necessario anche imporsi dei limiti. 

Diventare “grandi” – in tutti i sensi – è più facile se sin da bambini si mettono radici e si coltivano esperienze e intuizioni memorabili, come ho avuto la fortuna di fare io.

Un percorso nel quale, sin da bambini, un ruolo decisivo è lo gioca una corretta attività fisica, un pilastro fondamentale nella crescita e nello sviluppo dei bambini.

Non si tratta solo di mantenersi in forma, ma di promuovere un benessere a 360 gradi, che coinvolge il corpo, la mente. 

Fare sport e movimento, in età evolutiva, serve per esplorare se stessi, sviluppare competenze e abilità, e trovare un senso di appartenenza a un gruppo.

Come sappiamo, i benefici sono molteplici e in diverse aree. Dallo sviluppo fisico (con il rafforzamento di ossa e muscoli, il miglioramento della coordinazione e dell’equilibrio, il controllo del peso corporeo), a quello cognitivo (attenzione, memoria, capacità di problem solving, aumento della creatività e dell’immaginazione e maggiore capacità di apprendimento), sino a uno sviluppo socio-emotivo (aumento dell’autostima e della fiducia in se stessi, miglioramento delle capacità di relazione e di collaborazione, riduzione dello stress e dell’ansia e sviluppo del senso di appartenenza a un gruppo).

Saltare oltre – Dal cinema d’azione al Kung Fu: l’influenza di modelli ispiratori

Tutto questo aiuta a diventare realmente un praticante di Kung Fu che, in cinese , non è un termine che si applica solo alla conosciuta arte marziale ma ha un significato più esteso: “Kung” significa “abilità raggiunta in un determinato campo” e  “Fu” identifica “l’uomo adulto”. L’associazione di Kung e Fu significa dunque abilità raggiunta da un uomo adulto in una particolare attività.

E il Jeet Kune Do, la disciplina sviluppata da Bruce Lee – l’esempio nel quale la figura dell’atleta e dell’attore cinematografico coincidono – si concentra sulla semplicità, la flessibilità e l’adattabilità, e ha come obiettivo fornire tecniche che possono essere utilizzate efficacemente in situazioni di combattimento reali.

Ma si può, sulle orme di questo personaggio indimenticabile, anche pretendere di più, perché una corretta educazione all’attività fisica non va disgiunta da una formazione che preveda l’acquisizione di valori che vanno oltre la semplice performance. Un’esperienza che, soprattutto se imparata da bambini, può arricchire la nostra vita a molti livelli, aiutandoci a diventare persone migliori.

See Also
Doran Eccel - Resilienza

Saltare oltre – Lo sport come esperienza spirituale

Questa “dimensione spirituale” dello sport è quella ci spinge costantemente a superare i nostri limiti, sia fisici sia mentali, che ci consente di impariamo a sentire e a conoscere il nostro corpo, a prendercene cura e a rispettarlo. Ci aiuta a mantenere la mente focalizzata sul presente, sul movimento, sulla respirazione e questo aiuta a ridurre lo stress e l’ansia, e a sviluppare una maggiore consapevolezza di quello che stiamo vivendo.

Senza dimenticare che lo sport è intrinsecamente legato a valori come il rispetto, la lealtà, la disciplina e il gioco di squadra, può essere come per me anche un’esperienza quasi mistica, un modo per connettersi con qualcosa di più grande di sé.

Offrire a tutti i bambini la possibilità di essere se stessi significa creare un ambiente in cui possano esprimere la propria individualità, i propri talenti e le proprie emozioni in modo libero e sicuro.

Permettere a tutti i bambini di essere se stessi è un investimento per il futuro, perché un bambino che si sente accettato e valorizzato avrà più probabilità di diventare un adulto sicuro di sé, felice e in grado di contribuire positivamente alla società.

Ogni tanto prendo ancora quella rincorsa e, raggiunta la massima velocità, spicco ancora quel balzo. E quando sono in volo, mi ritrovo bambino.  

Sono istanti non più permeati dalla paura come un tempo, ma sono sequenze di un viaggio che ogni volta mi fa scoprire parti sconosciute di me stesso, un modo per riconnettermi con le mie emozioni più profonde e autentiche.

È un gioco quello che faccio ed è proprio lo spirito del gioco che dobbiamo ritrovare, il mezzo con cui madre natura permette ai piccoli di apprendere in modo leggero oltre che sviluppare l’intelligenza imparando a conoscere i pericoli senza venire schiacciati dalla paura.

Saltare oltre Donato Lecce

Questo momento di sospensione dalla vita normale, è per definizione libero, e ciascuno dovrebbe poter dire, se non gli va, “non gioco più”, e uscire dalla sfera magica che ha creato.

Non è poi così complicato diventare grandi; più difficile è tornare bambini, senza mai perdere di vista il cammino finora compiuto. 

Donato Lecce – Saltare oltre

Fumetto di Federica Manfredi

Tutti i contenuti sono Copyright 2012-2023 StarsSystem.
StarsSystem è una Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano al n°277.
Editata da Edizioni Peacock srl - Milano - P.IVA 09577320964

Scroll To Top