Donato Lecce – Sono Doran “The Mystic Warrior”
Abbiamo desiderato tutti essere, almeno una volta nella vita, un supereroe capace d’affrontare ogni vicissitudine, con la determinazione e la sicurezza di chi sa sempre cosa fare e come.
Donato Lecce, imprenditore pugliese di trentacinque anni, non l’ha solamente desiderato ma ha cominciato, giovanissimo, un percorso di ricerca che l’ha portato oggi, non solo ad essere un manager di successo, esperto di arti marziali e profondo conoscitore della cultura orientale, ma anche un creativo capace di dare forma ad un ambizioso progetto multimediale che abbraccia diversi modi di fare intrattenimento e divulgazione: cinema, musica e fumetti che vedono protagonista Doran Eccel, suo alter ego.
Doranuniverse.com è il portale sul quale si possono seguire le avventure di “Doran: The Mystic Warrior”, un supereroe portatore di valori come la tenacia, la spiritualità e la ricerca di sé, il cui compito è quello di ispirare le nuove generazioni a trovare la propria dimensione.
Donato Lecce è Doran Eccel
Donato e Doran, due facce della stessa medaglia. Quando e perché hai sentito la necessità di dare forma al “Guerriero mistico” Doran Eccel?
Ho iniziato a sentire questa esigenza quando ho cominciato a lavorare a tempo pieno nell’azienda di famiglia. Sostanzialmente durante gli studi di filosofia già maturavo una passione importante per un certo tipo di misticismo e spiritualità. Sentivo la curiosità d’indagare e approfondire partendo da me. Poi nel momento in cui sono entrato in azienda, giovanissimo, con un ruolo di grande responsabilità (Amministratore delegato ndr), ho sentito il bisogno di attingere a qualcosa di profondo che sapevo esistere dentro di me, una forza creativa e spirituale che mi aiutasse a destreggiarmi in quell’ambiente pieno di responsabilità e a relazionarmi al meglio coi collaboratori più adulti e con maggiore esperienza che avevano come riferimento un ragazzo che, seppur capace, era comunque un ragazzo. Dovevo diventare un supereroe per poter reggere il gioco (sorride).
Qual era stato il tuo vissuto fino a quel momento? Raccontami della tua infanzia?
A cinque anni ero già sul tatami, ho iniziato a praticare arti marziali a livello agonistico, fin da bambino. Erano i primi anni Novanta ed io ero un grande appassionato di “action movie”, Bruce Lee, Van Damme e Stallone erano i miei eroi. Da grande mi sarebbe piaciuto diventare come loro. Sono stati una grande fonte d’ispirazione, anche per la nascita di Doran. Portavano nelle loro storie, nei loro film, i valori dell’eroe e su quelli mi sono formato. Grazie alle arti marziali ero decisamente un bambino molto disciplinato e responsabile, mi distinguevo in classe per il mio autocontrollo e la mia educazione.
Ritieni quindi che le arti marziali ti abbiano aiutato nello sviluppo di questo “rigore”?
Sì, decisamente. Con l’adolescenza però ho iniziato ad essere più irrequieto, sentivo una grande creatività, il bisogno di esplorare oltre le regole, che cominciavano a starmi strette, e di conoscermi più profondamente. Mi sentivo un po’ un outsider e al terzo anno di liceo, pur essendo appunto molto disciplinato e studioso, ho deciso di lasciare la scuola. Con i miei compagni avevo un bellissimo rapporto ma soffrivo le regole proprie della scuola, avevo bisogno di avere del tempo per me stesso, per creare il mio mondo, la mia dimensione. Ho vissuto il giudizio di chi, con superficialità, riteneva quella una scelta di comodo, scuse per non studiare. In realtà due anni dopo ho ripreso gli studi e mi sono poi laureato in Scienze Giuridiche prima e in Teologia e Filosofia dopo.
Cosa è accaduto in quei due anni? Cosa hai maturato in quel periodo sabbatico?
In quei due anni, nonostante ne avessi solo sedici, ho avuto la possibilità di riflettere, di centrarmi, di poter dedicare del tempo a me stesso e di sentirmi libero di decidere del mio destino. Con quel senso di libertà ho capito che sono il tipo di persona che ha bisogno di creare il proprio ritmo e il proprio modo di vivere. Ho scelto io di tornare a studiare perché avevo compreso quanto preziosa fosse la libertà di farlo, sapevo come l’avrei fatto.
E lo studio per te continua ad essere importante, al pari della possibilità d’esprimerti artisticamente. Nel dare vita a “Doran: The Mysyic Warrior” ti stai cimentando in diverse forme d’arte: cinema, musica, fumetti, quale fra queste senti maggiormente rappresentarti?
Direi il cinema, è la parte centrale della mia espressione artistica ed è ciò che voglio fare nella vita. Musica e fumetti sono un supporto per rendere ancora più ampio il mio progetto, che produco ed interpreto, ma il mio sogno non è quella di fare l’attore, quanto piuttosto quello di dare vita ad un personaggio, un supereroe in questo caso, e poter ispirare, come sono stato ispirato io, a tirare fuori il “supereroe” che è in ciascuno. Amo tutto del lavoro che c’è davanti e dietro la camera.
Doran è quindi uno strumento per esprimerti? Cosa gli devi oggi?
Devo tutto a Doran, l’equilibrio che ho oggi lo devo a lui. Pezzo dopo pezzo il processo creativo che mi ha portato a dare forma all’universo di Doran è stato fondamentale per dare sostanza alla mia essenza. Mi ha messo nelle condizioni di conoscermi nel profondo, di tirare fuori aspetti ancora inespressi. Quando ho poi portato questo lato “artistico” di me sul mio lavoro “tradizionale”, ben lontano dallo spettacolo, i risultati sono stati decisamente entusiasmanti. Ho sviluppato maggiore sicurezza in me stesso, migliorando le mie relazioni interpersonali e aiutando a tirar fuori dai miei collaboratori le loro migliori risorse. Questo ha creato benefici molteplici, da un miglior ambiente di lavoro ad una crescita significativa del fatturato aziendale. Sono diventato un professionista più capace, ancora più attento ai dettagli e consapevole.
Qual è la “missione principale” di Doran?
Stimolare curiosità e, soprattutto, ispirazione. Mi piacerebbe che ognuno trovasse il proprio supereroe. In noi esiste una forza alla quale attingere nei momenti no, quando le cose non vanno. Quando si è focalizzato il proprio obiettivo nella vita si è più felici, perché si sa qual è la strada da prendere. La mia vuole essere una sorta di esortazione verso le persone incerte, indecise a conoscersi profondamente, viviamo un’epoca di grande confusione, in cui si è alla ricerca di valori che diano un senso al nostro essere. Credo fermamente che la mancanza di valori, di qualsiasi tipo di valore, generi malessere nelle persone e, di conseguenza, una società confusa che dà vita ad atti di violenza e mortificazioni di varia natura.
Che cosa si trova su DoranUniverse.com?
In home page si trovano le news, con tutti gli articoli e i festival cui ha partecipato la docuserie, nei quali ha ricevuto diversi riconoscimenti e apprezzamenti. Una pagina autobiografica di Doran Eccel racconta chi è e dove è nato, ed è presente la docuserie che c’è anche su YouTube. Le dodici puntate spiegano il processo di creazione dietro la nascita di Doran, dai set alla creazione della musica, ai fumetti al lavoro con gli stunt-man e gli altri professionisti coinvolti e poi c’è la pagina dell’Universe dove c’è questo multiverso diviso in tre categorie : “action”, “comics” e “music”, dove si affrontano temi ed emozioni attraverso le avventure e le esperienze di Doran.
Quali sono stati i tuoi “maestri”?
Sostanzialmente direi le esperienze vissute, soprattutto quelle negative. Non ho avuto dei veri e propri maestri, ma sicuramente tanti contatti con persone che mi hanno stimolato e aiutato nel mio percorso. In uno dei fumetti parlo di una mistica croata che ho incontrato casualmente nel 2017 e che si è rivelata importante nella mia vita, siamo diventati amici, c’è grande affinità. Attraverso l’incontro con le persone giuste e lo scambio di esperienze s’innesca un processo di maturazione molto importante.
A sinistra: T-shirt Levi’s, pantaloni cargo Collini Milano . A destra: jeans Levi’s, boxers Nike.
Al netto di aver già dimostrato a te stesso di sapere come affrontare al meglio tante sfide personali e professionali, c’è qualcosa che ti spaventa?
Sono sicuramente in una fase molto delicata, in cui la mia parte artistica sta prendendo vita e mi spaventa l’idea di non riuscire a renderle merito. A questo livello del mio percorso vorrei dei segni tangibili, concretizzare sempre più il mio lavoro creativo, vederlo apprezzato. Ma come sai ho un supereroe su cui contare e stiamo lavorando con ottimi professionisti per diffondere uno stile di vita capace di coniugare la modernità alla spiritualità che è fondamentale per l’evoluzione dell’umanità.
Hai parlato di misticismo e di religioni, hai fatto molti studi su di esse. In cosa credi?
Credo in una forza energetica superiore, una sorta di matrice, che fa muovere tutto ed è connessa col tutto. In un libro che ho trovato molto interessante si parla di una forza segreta dell’universo, “il campo del punto zero”, e l’idea di un’energia che non ha le fattezze di un Dio umanizzato mi dà modo d’immaginare l’ampiezza dell’infinito.
La cura del corpo e della mente rientrano tra i valori in cui credi. Come ti prendi cura del tuo benessere nella sua totalità?
Anzitutto facendo tutti i giorni sport e utilizzando il mio corpo in svariate attività. Negli anni ho sperimentato i benefici, fisici certamente ma soprattutto mentali, che ne sono derivati. Avendo praticato varie discipline e soprattutto le arti marziali, mescolo molto, non mi piace rinchiudermi in un’unico sport, mi annoio facilmente, tendo a sperimentare allenamenti nuovi e cercare una formula ideale a seconda dei momenti che vivo. E poi studio molto, continuo a fare ricerca, mi piace leggere, meditare e approfondire.
Che cosa rappresentano i tatuaggi che hai su tutto il corpo?
Bè sicuramente momenti particolari della mia vita. Sono tutti riconducibili al misticismo e alle religioni esistenti, tutte. Per il mio concetto di totalità, sento la mia anima connessa col tutto e ognuno di essi mi ricordano che l’anima non ha colore né fazione.
E lo stile, l’immagine, “l’abito”, quanto contano per te?
E’ fondamentale. Vestirsi con consapevolezza e avere una chiara immagine di sé è una forma di rispetto verso gli altri ed è anche un mezzo potente per comunicare. Amo gli abiti su misura, scegliere le stoffe e affidarle a mani sapienti, prediligo i colori scuri che forse mi rappresentano di più. Mi piace che gli abiti che indosso trasmettano eleganza e rappresentino la mia natura. Sono molto attento ai dettagli, sul lavoro, nei rapporti personali, presto attenzione alle parole, credo che la mia immagine rimandi al mio modo di pensare e vivere la vita.
Che tipo d’uomo senti d’essere?
Mi viene in mente il concetto di Zorba il Budda di Osho. Quando ho studiato le teorie di Osho sono rimasto particolarmente colpito dal concetto di Zorba il Budda, sintesi dell’essere umano ideale che stava affrontando l’ingresso nel nuovo millennio e spiegava quanto fosse necessario fondere la saggezza spirituale propria di Budda con la ricerca del piacere propria di Zorba il greco. Considero questo equilibrio una grande conquista una volta raggiunto. Mi sento un uomo che ha trovato la propria dimensione ed è pronto ad ispirare chiunque sia alla ricerca del supereroe che è dentro noi stessi.
Ph Alexander Moore
Stylist & Art Director Vito Rodriguez
Muah Benedetta Galli
Location Cross Studio
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