Gli indimenticabili
PERCHÉ ALCUNI FILM SONO PER SEMPRE
Questo è un anno di anniversari. Dieci anni fa uscivano Avatar e Up. Vent’anni fa Matrix e Star Wars – La minaccia fantasma. Trent’anni fa L’attimo fuggente, Indiana Jones e L’ultima crociata. Sono passati quattro decenni dall’uscita di Alien e Apocalypse Now. Sono già cinquanta gli anni che ci separano da Un Maggiolino tutto matto e Dove osano le aquile. Sessanta da Ben Hur, I 400 colpi e La Bella addormentata nel bosco. Il 2019 per che cosa verrà ricordato? Al massimo per Avengers: Endgame, ma a nessuno verrebbe mai in mente di metterlo a confronto con i classici citati in precedenza.
Come mai alcuni titoli rimangono nel cuore di tutti e altri no? Che cosa rende intramontabile un film? Come è pre- sumibile, non c’è una sola risposta o, forse, non ne esiste una completamente esatta. Possiamo però tentare di ragionare sul tema e formulare alcune considerazioni.
Prima di tutto, se pensiamo a un grande cult, ci viene sempre in mente un titolo di qualche decennio fa. Questo perché oggi il film è diventato un prodotto “usa e getta”. Ci siamo abituati a un sistema di consumo che non prevede il riutilizzo, la ri-visione. La serie tv – che in questo decennio sta riscuotendo un successo come mai prima d’ora –, in fondo, è proprio quello di cui stiamo parlando: film a puntate, corti e veloci di cui difficilmente fruiamo per due volte; ecco il motivo per cui in prima serata non van- no in onda repliche ma nuove stagioni, spesso strut -turalmente identiche a quella che precedono. Ed è questo il motivo per cui escono così tanti film all’anno. Nel 2018, secondo MYmovies.it, sono stati prodotti 2991 titoli. Cinquant’anni prima, nel 1968, ne sono stati realizzati solo 851. Bombardati come siamo, è davvero complicato fare nostra una storia.
In più si aggiunge un secondo fattore, direttamente con- nesso e per nulla trascurabile. Le case di produzione, consapevoli di quanto abbiamo detto finora, hanno im
posto tempistiche di realizzazione nettamente inferiori a quelle del secolo scorso. Inutile dirlo: minor tempo impli- ca qualità inferiore. I cult movies sono tali perché hanno richiesto anni di scrittura e anni di produzione. Affinché il risultato finale sia ottimo e non solo vendibile, è neces- sario un lavoro di fino; ogni spigolo deve essere levigato con meticolosità. Certo, per monetizzare prima, invece di un’opera d’arte si possono fare imitazioni in scala repli- cabili.
Terzo fattore, forse quello più trascurato oggigiorno, è la tavolozza dei valori che un film veicola. Se ci facciamo caso, tutti i grandi film che ci vengono in mente hanno per tema un valore morale universalmente riconosciuto. Qualche esempio? Sugli amici puoi sempre contare: Stand by me, I Goonies, Il Libro della Giungla, Toy Story. Amor vincit omnia: Casablanca, Come eravamo, Titanic, Biancaneve e i sette nani, C’è posta per te. La famiglia vie- ne prima di tutto: Mary Poppins, Mrs. Doubtfire, Rain Man, Kramer vs. Kramer.
Per timore di essere additati come moralisti o semplice- mente per fare gli esploratori, gli scrittori moderni rifiutano il canone valoriale universale. Risultato: abbiamo sì novità nelle storie, ma solo una piccola parte del pubblico apprezza. Altre volte ci sono valori solidi, ma cuciti su
personaggi amorali, che fanno cose amorali, che si ac- compagnano ad altri personaggi amorali. Notare questi aspetti non significa essere bacchettoni o inquisitori. È un dato di fatto che un film per vivere nel tempo deve es- sere “per tutti” – che non significa con il bollino verde, ma che consenta agli spettatori del passato, presente e futuro di immedesimarsi nell’eroe protagonista.
L’ultima riflessione, molto vicina al cinema italiano, riguarda il linguaggio. Per qualche ragione ignota abbiamo la tendenza a considerare superiore un prodotto autoriale – “da festival”, per intenderci – rispetto a un prodotto per famiglie. Insomma, il nostro cinema è diviso tra Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone da una parte e le commedie talvolta volgari in stile cinepanet- tone dall’altra. Tuttavia i nostri intramontabili non sono né drammoni, né comici: Nuovo Cinema Paradiso, Il Postino, Mediterraneo e la saga di Don Camillo e Peppone hanno parlato, parlano e parleranno agli spettatori, perché non abbiamo bisogno del cineforum per capirli.
By Riccardo Galeazzi