Marcello Signore: padre a tempo indeterminato
Marcello Signore, 24 anni, è nato a Napoli. Dopo un’esperienza negli Stati Uniti vive ora a Milano, dove si occupa di social media. Con oltre 10.000 followers fra Facebook, Twitter e YouTube, Marcello è un “social writer”, i suoi post e i suoi racconti vengono seguiti ogni giorno da centinaia di utenti e sono fra i più commentati del web. Padre a tempo indeterminato (edizioniAnordest), il suo primo romanzo, è anche il primo libro in Europa a contenere una colonna sonora ascoltabile gratis e in streaming grazie ad un QR posizionato in quarta di copertina (in partnership con Play.me).
Il tuo esordio letterario racconta di un ragazzo giovane, belloccio e cinico che lavora per un’agenzia di comunicazione milanese. All’improvviso la sua vita viene stravolta perché scopre di avere una figlia. Come è nata l’idea di raccontare la paternità al giorno d’oggi?
Mi serviva il simbolo di un forte cambiamento, qualcosa di stravolgente a livello narrativo. Ho pescato un po’ dalla convinzione che “niente ti cambia più di un figlio” e ho cercato di trovare una metafora in cui tutti potessero riconoscersi: un giorno ti svegli e qualcuno, senza chiederti il permesso, manda all’aria tutti i piani che avevi fatto.
Quanto c’è di autobiografico e quanto di immaginato nel libro?
Sicuramente la parte dell’ufficio e del lavoro è quella più vicina alla mia vita, ma l’autobiografia è un’altra cosa. La verità è che ho (quasi) sempre avuto un ottimo rapporto con le persone con cui ho lavorato. Molte sono state quelle che mi hanno dato una chance quando ancora “non sapevo fare niente” e che hanno detto “hey, quel ragazzino secondo me ha un non so che”. E alla fine…
Hai fatto della tua vita un romanzo, raccontandola ogni giorno su Facebook e su altri social, senza filtri e con un linguaggio immediatamente comprensibile, diventando così un vero e proprio opinion leader con migliaia di followers di ogni età . Cosa hai capito della società di oggi? Quali sono i dubbi che l’attanagliano e quali le convinzioni?
Non credo di poter tirare delle somme sul mondo che mi circonda. Una cosa però voglio condividerla. Forse abbiamo perso il senso delle parole. Quando si scrive qualcosa, un commento, un post, un tweet, un articolo, spesso non ci pensiamo più a che importanza hanno le nostre frasi, alle conseguenze che hanno. Sarà che io, se non so che cosa scrivere, preferisco guardarmi le repliche di “Quando si ama”.
Viviamo nel pieno dell’era tecnologica, di un sistema che, secondo alcuni, ci sta insegnando ad apparire senza essere. Se avessi davvero una figlia cosa cercheresti di trasmetterle?
Vorrei che fosse creativa. Non necessariamente un’artista, ma creativa nel trovare soluzioni, inventare nuovi giochi. Vorrei insegnarle che tutto è a portata di mano se sai esattamente che cosa vuoi, e soprattutto, chi sei. Che è un po’ quello che hanno insegnato a me. Tutti sapevano che ero stonato come una campana, eppure mi hanno assecondato quando ho avuto la mia fase “pop star” e sono andato alla scuola di canto. Risultato? Ora non riesco ad uscire di casa senza le cuffie, e la musica fa parte del mio processo creativo…
Marcello e l’amore. Sembra essere una costante nei tuoi post. Come vorresti fosse la tua storia d’amore ideale?
Innanzitutto ho deciso di ridurre il campo a tre categorie di potenziali fidanzati: chirurgo plastico, avvocato, artista. Messi da parte gli aspetti “Ryan Gosling” della faccenda “amore”, mi piacerebbe avere una storia semplice fuori ma croccante dentro, come i Baci Perugina. Dove si va insieme al supermercato e si prende l’occorrente per fare il casatiello, e poi per la strada ci si prende a botte per il mio onore perché uno sconosciuto ha osato guardarmi di traverso. Oppure, semplicemente una storia che funzioni. Che sarebbe già un buon inizio.
“Indeterminato” è, come dici tu, il tempo in cui si è genitori. Che rapporto hai con la tua famiglia? Quanto è stata importante nel farti diventare il giovane e talentuoso uomo che sei adesso?
Fondamentale. Casa mia è sempre stato un posto pieno di creatività . Io poi ero un bambino che amava le storie. Leggere mi faceva impazzire. A tre anni avevo addirittura imparato a fare “finta”. E poi con un papà nel mondo del teatro, scrittore anche lui…
Qual è la tua più grande paura?
E se un giorno mi sveglio e non so piĂą scrivere?
Come affronti il quotidiano e quali progetti hai per il tuo futuro?
Progetti per il futuro: continuare a scrivere! Magari tornare a fare qualcosa in radio o in televisione, sono due ambienti che mi hanno regalato molto. Affrontare il quotidiano? C’è una cosa bellissima che dicono gli americani: “dammi la forza di cambiare le cose che posso, di accettare le cose che non posso cambiare, e la saggezza di riconoscerne la differenza”.
Ecco i link ufficiali per continuare a seguire Marcello Signore: Facebook – Twitter – Youtube – Blog
Intervista: Alessandro Nava
Ph. Giorgio Pesce