Andrea Pittorino: saggio come Eliashib
Il giovane attore romano presto al cinema in “Vangelo secondo Maria” si misura in un ruolo di grande intensità e lancia un appello ai più giovani: “ Non date in pasto le vostre vite ai Social Network”
Andrea Pittorino ha solo ventuno anni ma è come se ne avesse quaranta. In senso buono, ovviamente. L’aspetto tipico di un ragazzo in fase di crescita con l’esperienza e la mente di uomo maturo. Chi non ha mai desiderato essere così, ripensando agli anni giovanili? Un corpo giovane in una mente esperta.
Questo artista romano, classe 2002, è esattamente tutto ciò: un uomo di esperienza con il volto di un adolescente. Uno sguardo intenso, da seduttore, grandi occhi blu ed un sorriso di chi ha trovato il proprio posto nel mondo.
Andrea Pittorino è un attore talentuoso che sta facendo molto parlare di sé. Una carriera piena di successi televisivi e cinematografici.
All’età di quattro anni esordisce in “Un ciclone in famiglia”, trampolino di lancio che lo porta anche sul set di “Don Matteo” e “Le tre rose di Eva”.
È nel 2013 che Carlo Vanzina lo sceglie per un film che lo ha reso molto popolare: “Mai Stati Uniti”, cui hanno fatto seguito rilevanti esperienze cinematografiche. Nel 2019 è uscito in tv con una bella serie diretta da Marco Risi: L’Aquila – Grandi speranze.
Andrea Pittorino e l’incontro con Gabriele Muccino
Ma è nel 2020 che Andrea recita col regista Gabriele Muccino nel film “Gli anni più belli”, dove interpreta Paolo, che nella versione adulta sarà impersonato da Kim Rossi Stuart.
Nell’estate del 2021 si cimenta nella pièce teatrale di Rocco Familiari “L’odore”, con Blas Roca Rey ed Ester Pantano, nel ruolo di un giovane carcerato alle prese con il proprio compagno di cella ergastolano che gli parla continuamente della sua relazione con la moglie Marie, donna con la quale il giovane finirà per intraprendere una appassionata relazione.
A breve uscirà al cinema il film firmato Sky Original “Vangelo secondo Maria” tratto dal romanzo di Barbara Alberti del 1979. Diretto da Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli ed Alessandro Gassmann, il lungometraggio presentato fuori concorso al Torino Film Festival, affronta temi come il peccato originale, il potere della conoscenza , il patriarcato e l’autodeterminazione delle donne. Andrea Pittorino interpreta Eliashib, sommo sacerdote menzionato nella Bibbia ebraica che ben si sposa con la saggezza del giovane attore romano.
Sei molto giovane; eppure, vanti una carriera di tutto rispetto, con un curriculum ricco di esperienze: un percorso nato per caso o un sogno maturato fin dalla tenera età quello di fare l’attore?
Nulla capita per caso nella vita e diciamo che qualsiasi cosa accada ha un motivo speciale di essere. I miei genitori, che non fanno parte del mondo del cinema, mi hanno iscritto ad un’agenzia quando io avevo quattro anni perché avevo manifestato un certo interesse ed ho dei vaghi ricordi di me che guardavo la televisione. Dicevo “voglio entrare nella scatola” perché ero davvero molto attratto dalla tv prima e dal cinema dopo. Avevo l’abitudine di guardare moltissimi film, tanto che ho cominciato ad imparare a memoria le battute dei film o a rifare le scene. Recitare è la cosa che voglio fare e che amo fare ed è la mia ragione di vita.
Ne “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino hai interpretato Paolo. Come sei stato scelto per questo film, come ti sei preparato visto che per te gli anni 80 sono un’epoca assolutamente fuori dalla tua portata essendo nato nel 2002?
Nel film Di Muccino sono stato scelto perché doveva esserci la somiglianza con il mio personaggio diviene da grande che è Kim Rossi Stuart. Io interpreto Paolo Incoronato da piccolo. Requisito fondamentale la somiglianza. Ho fatto ben cinque provini ed è stata molto dura perché all’inizio Gabriele non era convintissimo ma poi finalmente ha detto sì.
Mi sono preparato al film eliminando tutte le distrazioni, ovvero i social: Instagram & Whatsapp tolto tutto. Ovviamente potevo solo ricevere e fare chiamate.
Essendo nato nel 2002 vivo comunque in una società in cui c’è possibilità di scelta, nel senso che si può decidere in quale epoca appartenere. Grazie alla musica, ad esempio, e ai video si possono reperire informazioni in modo molto facile da internet. Sono nato nel 2002 e, vivendo il 2019 anno di realizzazione del film, grazie alla tecnologia ho potuto calarmi in quegli anni.
Attore, doppiatore, cantante hai mai pensato che Andrea Pittorino possa essere anche modello?
Al momento no, ma non lo escludo.
La tua carriera è ricca di cinema, fiction e spot hai un regista particolare nel cuore con il quale vorresti lavorare
Terence Malick in questo momento. Poi i gusti si evolvono quindi chissà.
Il tuo personaggio ne “Gli anni più belli” si innamora per la prima volta. Cosa rappresenta per te l’amore e come lo vive oggi un ragazzo della tua età soprattutto in tempi difficili, come le conseguenze che la pandemia ha purtroppo avuto su noi tutti?
Dovessi descriverlo su due piedi devo dire che è un qualcosa di inspiegabile e che può assumere molte forme diverse, ad esempio l’amore per i figli, l’amore per i genitori, per un oggetto materiale, per una passione. L’amore, quindi, è un qualcosa che muove sicuramente le cose. Ciò che mi chiedo è appunto se esista l’amore puro. Credo che esista sicuramente ma non so spiegarlo bene.
Abbiamo notato che non sei particolarmente social al contrario di molti tuoi colleghi che hanno un’intensa attività su Instagram o Tiktok. Cosa ne pensi dei social network e che rapporto hai con il web e la tecnologia, soprattutto riguardo ai continui atti di bullismo che ogni giorno invadono il web?
Ho un rapporto sicuramente conflittuale. Penso che l’attore non debba mostrare la sua vita privata e la sua intimità sui social perché vive e deve vivere nel mistero. Non mi piace mostrare la mia vita privata. Cerco di rimanere fuori da questo meccanismo. E’ una cosa che non condivido, mostrare ogni momento della propria esistenza sui Social Network è frustrante.