Jean-Paul Gaultier, la vita dell’enfant terrible della moda
Jean-Paul Gualtier, che oggi compie 72 anni, è una delle figure più carismatiche della moda a livello internazionale. Stilista e designer autodidatta che con i suoi lavori irriverenti ha rivoluzionato l’haute couture andando controcorrente.
Visionario, anticonformista ed ’enfant terrible è noto per essersi spinto oltre i canoni del suo tempo promuovendo il concetto di fluidità di genere. Sostenitore dei diritti civili, i suoi lavori dal carattere sovversivo hanno acceso più volte controversie e polemiche.
La moda secondo Jean-Paul Gaultier
Jean-Paul Gaultier nasce il 24 aprile 1952 a Arcueil in una famiglia modesta della periferia parigina. Unico figlio di un contabile e una cassiera cresce in un ambiente amorevole e si appassiona al cucito fin da bambino grazie all’influenza della nonna alla quale era molto affezionato. Spesso, infatti, gli faceva da balia e lo stimolava in tal senso sfidandolo a cimentarsi nel taglia e cuci. Per esempio, è famoso l’aneddoto che riguarda il suo orsacchiotto di peluche, ritrovato anni dopo nel baule della nonna, sul quale, ad appena 6 anni, aveva portato avanti degli esperimenti di stile realizzando dei reggiseni a cono che sarebbero poi diventati uno dei simboli del suo lavoro. Alle elementari, si cimenta tra i banchi di scuola nel disegnare costumi fantasiosi per le compagne di classe e a 15 anni disegna bozzetti per una collezione per bambini.
Poco prima della maggiore età ha inviato un book a Yves Saint Laurent che lo snobba a causa dei suoi colori che a loro parere risultavano “troppo accesi”, i suoi disegni però finiscono nelle mani di Pierre Cardin, figlio di contadini veneti emigrati oltralpe. Considerato un pioniere nella rivoluzione del prêt-à-porter anni 60, decide di credere nel talento del giovane volenteroso e lo accoglie nella propria maison. Il giorno del suo 18esimo compleanno Jean-Paul Gaultier inizia la sua avventura da Pierre Cardin che lo assume senza che egli abbia mai frequentato alcuna scuola di moda.
Nel 1971, deciso a concentrarsi esclusivamente sull’alta moda, Gaultier comincia un apprendistato come stilista con Jean Patou. Tuttavia, appena 3 anni dopo torna a lavorare per Pierre Cardin, che lo invia nelle Filippine per due anni con il compito di creare una collezione destinata al mercato americano.
L’ascesa di Jean-Paul Gaultier
Tornato in patria nel 1976 capisce che è arrivato il momento di ritagliarsi il proprio spazio e fonda così: Jean Paul Gaultier. Anche se la prima sfilata non è andata nel migliore dei modi:
I primi tempi furono difficili, aveva accumulato debiti ingenti senza riuscire a prendere piede. Il merito del suo successo, va in realtà alla casa di moda giapponese Kashiyama che lo ingaggia per creare una collezione che avrà una risonanza internazionale. In quegli anni il mondo della moda è in subbuglio, l’alta moda esclusiva dei salotti stava per cedere il passo al prêt-à-porter grazie al lavoro di molti giovani di talento che stavano cercando di rivoluzionare lo stato delle cose. La parola d’ordine era inclusività, per loro la moda doveva essere un bene comune accessibile a un pubblico più ampio. Nel 1983 ha utilizzato per la prima volta la famosa marinière dell’intramontabile collezione Toy Boy, che riproporrà in altre sfilate.
L’enfant terrible della moda
Lo stesso anno fa uscire anche il famoso corsetto con reggiseno a cono che Madonna indosserà nel 1990 durante il Blond Ambition World Tour facendo diventare lo stilista una celebrità di fama mondiale. In quella fase della sua carriera spopola anche per i suoi modelli ispirati alla lingerie, Gaultier è sempre stato al fianco delle donne e con i suoi lavori ha dato un grande contributo nel promuovere l’empowerment femminile. In seguito, nel 1985, in occasione della sfilata intitolata E Dio creò l’uomo, ha disegnato la sua famosa gonna per uomini. Con il suo stile irriverente Jean Paul Gaultier voleva rivoluzionare gli standard reinventandoli, il designer amava mescolare i generi e provocando l’opinione pubblica. Non ha mai avuto timore del giudizio altrui ed è sempre andato dritto per la sua strada, ha fatto sfilare modelli atipici che potevano essere anziani, tatuati o in sovrappeso. Nel 1993, Gaultier lancia la sua prima fragranza conosciuta come “Classique” diventata iconica per il design della boccetta in vetro con una forma scultorea ispirata alla silhouette di Madonna senza testa.
Gaultier passa dalla haute couture alla cultura pop con estrema disinvoltura. Più di qualsiasi altro stilista, rende la moda accessibile a tutti, rinnega e percuote le fondamenta di un mondo chic e poco inclusivo. Ed è proprio per questo atteggiamento ribelle e sprezzante nei confronti dell’ordine prestabilito che Jean Paul Gaultier è stato ribattezzato “l’enfant terrible”, il cattivo ragazzo della moda. Durante la sua carriera dimostra di avere orizzonti artistici più ampi cimentandosi in altre arti. Da grande cinefilo quale è, si è cimentato nel mondo del cinema realizzando costumi per molti film, tra questi The Fifth Element di Luc Besson (1997) e La mala educación di Pedro Almodovar (2004). Nel 2012 è stato il primo stilista a diventare membro della giuria del Festival di Cannes.
Con le sue collezioni Gaultier ha sostenuto e legittimato il movimento LGBT. Nel 2005, per esempio, ha ideato una sfilata dal titolo matrimonio omosessuale facendo sfilare modelli dello stesso sesso come coppiette di sposini, l’obiettivo era quello di portare definitivamente l’estetica gay nel prêt-à-porter. Un’altra battaglia del designer è stata contro l’AIDS, per colpa di questa terribile malattia ha perso il suo compagno Francis Menuge nel 1990, e da allora cerca di salvare altre vite promuovendo eventi sulla prevenzione.
L’eredità di Jean-Paul Gaultier
Il 22 gennaio 2020 il grande stilista aveva annunciato la sua uscita di scena celebrando un grande evento in occasione dei suoi 50 anni nella moda, con più di 150 look, una vera e propria mise en scene dei cult della Maison. Eccentrico ed esuberante, la sua carriera è stata un inno alla diversità e alla libertà.