Vittoria Schisano
27 Dicembre 2014
Quando ho pensato all’ultimo YourStyle dell‘anno che sta per concludersi, ho desiderato immediatamente fosse Vittoria Schisano la protagonista di questo spazio.
Perché Vittoria è più che un personaggio, più che un’attrice, Vittoria è personalità e stile, talento e umiltà, eleganza e carattere, volontà ed energia, tutte doti che la rendono speciale e amata. Amata dai suoi fan, dai colleghi, dagli addetti ai lavori , dagli amici, Vittoria è una musa per chiunque la conosca. L’ha scelta lo stilista Gabriele Fiorucci per dare anima, corpo e volto alla sua nuova collezione, il regista Antonio Albanese nel suo film “Tutto tutto, niente niente” , poi giornali, salotti televisivi, festival, social, tutto il web. Abbiamo voluto concludere l’anno proprio con lei perché, da sempre, abbiamo scelto anche noi di credere nei sogni, nel talento e nella volontà. E una nostra precisa volontà è quella di dare voce, sostenere, riflettere e far sognare. Vittoria l’anno sta volgendo al termine… Qual è il tuo bilancio? E’ stato un bellissimo anno, di quelli che ti lasciano senza fiato, faticoso, ricco di cambiamenti: lavoro, affetti, privato, indubbiamente un anno ricco di traguardi professionali ed umani, in cui non ho abbandonato un attimo la mia valigia, sempre divisa fra Roma, Milano e Parigi. Un anno di conferme, di amore, di sorrisi e non è mancata qualche lacrima; insomma un anno vissuto pienamente! E i tuoi buoni propositi? Continuare a sognare e realizzare i miei sogni, ogni traguardo diventa per me punto di partenza, sono un donna molto ambiziosa. Recitare è un lavoro? Una vocazione? Perché hai scelto di farlo? Non ho mai scelto di fare l’attrice, a quattro anni sapevo già che da grande sarei stata un’attrice, perché non mi bastava vivere una sola vita, e viverne infinite grazie al mio lavoro è un grande privilegio ma anche un modo per scavarsi dentro e conoscersi a fondo. Non credo si possa scegliere di fare questo lavoro, è un istinto, una vocazione, dal momento in cui nasci sai quale sarà la tua strada. Che significato assume per te il concetto di stile? Si deve “essere” o si deve “avere“, per possederlo? Penso si possegga stile quando si smette di emulare qualcun’altro, quando si sceglie di essere se stessi e scoprire la propria bellezza, soprattutto quella interiore, riconoscerla, viverla con disinvoltura. Nessuno può insegnarti ad avere stile, perché è come respirare, ti viene naturale. Indossi quel vestito, posizioni le gambe in quel modo, usi quel tono di voce perchè ti è naturale e non perchè qualcuno te lo ha insegnato. Ci sono cose che non si possono insegnare e non si possono imparare. Trovo sia molto triste vedere una persona che non sta bene nel proprio abito, nelle proprie scarpe, nella propria VITA. Qual è il brand o lo stilista che ti rappresenta al meglio? Amo giocare con la moda, interpretare sempre una donna diversa, poter essere un istante romantica ed immeditamente dopo una bad-girl. Da qualche anno, il mio armadio è pieno di abiti firmati Gabriele Fiorucci, uno stilista che realizza con grande passione e talento ogni mio desiderio, ma soprattutto un amico che ama viziarmi. Un’altra mia passione sono le scarpe (rigorosamente tacco 12!), no so più quante ne possiedo, una delle mie più care amiche, Cori Amenta è una designer di scarpe …insomma gioco in casa e sono circondata da amici che mi coccolano e viziano un po’ (sorride). Abbiamo scelto assieme di far rivivere il mito delle Pin Up, cosa ti affascina di quell’idea di femminilità e cosa credi sia la femminilità oggi? Gli anni ’50, le donne femmine e femminine, una donna felice del proprio essere donna. Sono state vere icone, sogni proibiti e miti emulati ancora oggi. La femminilità oggi forse tende un pò troppo alla parità e ad un look quasi maschile, fin troppo street, forse comodo ma io amo la “sCOMODITA’” di un tacco 12 (sorride). Raccontami un momento in cui ti sei sentita davvero felice… Ogni giorno, quando guardandomi allo specchio vedo esattamente la donna che da bambina sognavo di essere. C’è un bisturi che si ferma al corpo ed un altro che arriva all’anima e ti regala la vita che più ti somiglia. Il mio di bisturi è firmato Marco Moraci: un grande professionista ed un fedele amico che in qualche modo mi sta partorendo per la seconda volta. Cosa non puoi proprio sopportare? L’ignoranza: è l’origine di tutti i mali! Che immagine vorresti abbia la gente di te? Spesso per protezione tendo a mostrare di me l’immagine della donna sicura e decisa ed invece c’è una parte di me altrettanto vera, fragile e romantica che lascio vedere solo a chi fa parte del mio privato. Che cosa ti fa più paura? L’incertezza che in questo momento abbraccia il nostro Paese e che fa vivere noi tutti un pò come se camminassimo su di un filo sottilissimo. A cosa non rinunceresti mai? Essere me stessa, dire quello che penso senza paure e senza censure, avere il coraggio di dire ti amo, vivere senza maschere, ci vuole coraggio ma la vita è un viaggio bellissimo e sarebbe uno spreco vivere a metà. Hai fatto scelte importanti di vita e di professione. Che ruolo ha avuto la tua famiglia? La famiglia ha un ruolo importantissimo per ognuno di noi, si cresce, si fanno le proprie scelte, si diventa grandi, si va per la propria strada e verso la propria vita ma l’infanzia è qualcosa che ci segna per sempre: la sera torni a casa, ti togli i tacchi, ti strucchi e torni ad essere quella bambina che sognava di diventare una principessa e di essere salvata dall’uomo che ama. Ho fatto scelte importanti che non sempre la mia famiglia ha sostenuto o condiviso, ma ho avuto la lucidità e la forza di pretendere per me la vita che più mi somiglia. Quando si diventa grandi è con se stessi che bisogna fare i conti. In che modo vivi i set fotografici e quelli cinematografici? Il set fotografico è sempre un grande gioco, un pò come quando da bambina giocavo con i trucchi della mamma. Il set cinematografico invece richiede un impegno maggiore: per tutto il periodo di riprese smetti quasi di essere te stessa per diventare il personaggio che sei chiamata ad interpretare. Quale ruolo ti piacerebbe interpretare al cinema? Perché? Una mamma, una moglie … se e quando accadrà vorrà dire che il cinema italiano, ed il nostro Paese tutto, sta realmente cambiando. Pensi che il cinema italiano rifletta ancora la società nella quale viviamo? No. Tranne che per qualche film d’autore e per pochi registi coraggiosi, credo che il cinema italiano sia ancorato ad un’ idea vecchia della società, bisogna invece avere la forza, la coerenza e l’onestà intellettuale di raccontare la verità sia al cinema che nella vita di tutti i giorni. Quali sono i tuoi prossimi progetti professionali? Sono stata di recente al Festival del Film di Roma per presentare “Take Five” un film di Guido Lombardi ambientato in una Napoli forse difficile che ha perso l’ingenuità ed i colori di un tempo. Ho da poco finito di girare invece “La vita oscena” di Renato De Maria al fianco di Isabella Ferrari, Clément Métayer e Iaia Forte. Entrambe esperienze significative per il mio percorso di attrice e di donna. Che ruolo ha per te l’amicizia? Se avessi avuto amici diversi da quelli che ho, la mia vita sarebbe stata un’altra. Gli amici sono la famiglia che ti scegli da grande, la mia più grande fortuna! So di avere amici che mi accompagneranno per tutta la vita, ripeto, è la mia più grande fortuna. E l’amore? Sono da pochissimo ritornata single e quindi forse non è il momento migliore per rispondere a questa domanda ma sono indubbiamente una donna che vive di amore e per amore. Ho forse una concezione un pò infantile e fiabesca: l’amore assoluto che supera tutto e che va oltre ogni cosa. Il tuo motto? Se non ti piace la tua vita, CAMBIALA !!! Scelgo tre personaggi io per te. Rivolgi a ciascuno una domanda, come se li avessi davanti. Eva Robin’s, Ferzan Ozpetek e Platinette. Ferzan quanto ancora aspetterai per chiamarmi a recitare in un tuo film ??? Platinette andiamo a cena ??? (Una grande mente con la quale mi divertirei moltissimo a chiacchierare e dalla quale potrei imparare molto) Eva vieni con me e Platinette a cena? Sarebbe una serata con troppe menti, troppo cervello e troppo favolosità … Ops: la favolosità non è mai troppa !!! (ride). Cosa significa per te essere una Star? Essere un modello di riferimento, dare i giusti messaggi, far sognare, pensare, riflettere, far innamorare … Quindi la tua Star è? Senza dubbi Sophia Loren.Art director: Alessandro Nava e Manuela Mariani Ph. Simon Minardi Video and postproduction: Gerti Ibra Styling: Ivan Rasic Make-Up and Hair: Elena Gentile Clothes: Gabriele Fiorucci, Buba Shoes: Cori Amenta Jewels: MYgiò Wig: Tricostarc
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