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Guido Vianello – Conquisto l’America e torno

Guido Vianello – Conquisto l’America e torno

Redazione Starssystem
Guido Vianello

La storia di Guido Vianello non può lasciare indifferenti. Romano dell’Eur, classe 1994, scopre da giovanissimo la passione per il pugilato. Ben presto arrivano successi e riconoscimenti. Lo scorso autunno la vita di Guido viene stravolta da una proposta incredibile. Bob Arum, uno dei più importanti promoter di pugili al mondo, gli propone un contratto irrinunciabile. Guido lascia l’Arma dei Carabinieri e la Nazionale e parte alla volta degli Stati Uniti. Ora l’obiettivo più importante: la conquista dei titoli mondiali.

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Sei cresciuto “con la racchetta in mano”, i tuoi genitori gestiscono da anni un circolo di tennis a Roma. Com’è nata la passione per il pugilato?

I miei genitori, mio fratello e mia sorella sono stati dei giocatori importanti di tennis. Io, invece, ho capito fin da piccolo che in quello sport non riuscivo a esprimermi pienamente. Non era la mia passione. Vicino al circolo di tennis dei miei genitori c’era una palestra di boxe. Un giorno decisi di entrare. Mi colpì immediatamente vedere un ambiente diametralmente opposto a quello del tennis. Avevo 15 anni ed ero un ragazzino timido e chiuso. All’ingresso mi venne incontro Italo Mattioli. Io gli dissi che volevo fare pre pugilistica e il giorno dopo iniziai. In breve tempo ho capito che era uno sport in cui avrei potuto dare il massimo.

Italo Mattioli è stato il tuo primo allenatore. Aveva intuito fin da subito il tuo talento?

Ricordo che una volta mio padre venne a vedere degli allenamenti e Italo gli disse: “Con Guido andremo in America!”. Dopo un anno vinsi i campionati nazionali e dopo quasi dieci anni in America ci sono arrivato davvero.

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Sei in America dal novembre scorso, ma non hai perso tempo. Due incontri, due vittorie schiaccianti, specialmente l’ultima a Fresno. Com’è stato esordire da professionista al Madison Square Garden?

È stato molto tosto. Si tratta del tempio del pugilato e questo si percepisce. A bordo ring avevo tutta la mia famiglia. La loro presenza mi ha dato una grande forza.

L’arrivo in America per certi sportivi è vissuto come un “approdare sulla Luna”: esiste effettivamente un gap tecnico rispetto all’Europa?

Sì, soprattutto da un punto di vista disciplinare. Inoltre, in America il pugilato è uno sport con una risonanza enorme.


Bob Arum, leggendario promoter del mondo del pugilato, che parole ha usato per convincerti a provare il salto tra i professionisti?

Beh, è bastato che mi chiamasse. Ho capito che aveva un progetto concreto attorno a me. Mi ha proposto un contratto di sette anni. Il percorso mi ha entusiasmato. Ho scelto di lasciare l’Arma e la Nazionale e di fare il grande salto.

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Come hanno reagito i tuoi genitori alla decisione di partire per l’America?

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Mia mamma con un po’ di sofferenza. Mio padre mi ha detto: “Vai”. Tutta la mia famiglia mi ha sostenuto in questa scelta. Sono partito con mio cognato che mi ha aiutato con l’inglese, di cui avevo una conoscenza basica.


Vivi e ti alleni a Big Bear Lake, un luogo a due ore di macchina da Los Angeles e completamente immerso nella natura. Come ti trovi?

È una condizione ottimale. Quando ci si allena è richiesta la massima serietà. È un luogo situato a oltre 2.000 m dal livello del mare e anche l’altitudine ha un effetto positivo sul fisico. Nel weekend e durante i momenti di pausa vado a divertirmi a Los Angeles o Las Vegas.


Segui un’alimentazione particolare?

Sì, seguo una dieta ben strutturata. Devo assumere circa cinquemila calorie al giorno. Evito i condimenti il più possibile. A colazione mangio uova, noci, fette biscottate, marmellata e latte. Pasta o riso sia a pranzo sia a cena. Alterno carne e pesce. In America mangio ottimi prodotti da quando, un giorno, sono capitato per caso in un ristorante pugliese. Il proprietario ha lasciato, come me, la nostra bella Italia per andare oltreoceano. È rimasto colpito dalla mia storia e mi regala tutti i suoi prodotti.

Ph: Davide Cecchini, Federico Caminiti

Intervista Luca Forlani

L’intervista completa a Guido Vianello è disponibile sul secondo numero cartaceo di StarsSystem, adesso in edicola.

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