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Signore e Signori, Giulia Lazzarini

Signore e Signori, Giulia Lazzarini

Redazione Starssystem
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Nasce a Milano, ma giovanissima si trasferisce a Roma dove avviene la sua formazione artistica grazie alla frequentazione del Centro Sperimentale di Cinematografia dove si diploma in recitazione.

Giulia Lazzarini sogna il cinema, ma la televisione la riporta a Milano, ma a consacrarla la Signora delle Scene italiane sarà il teatro. Forse grazie all’incontro con Giorgio Strehler di cui fino alla fine (1997 anno della scomparsa del grande regista) è stata l’attrice icona del Piccolo di Milano. Da ricordare i tanti capolavori firmati da Strehler, quali; Arlecchino, L’opera da tre soldi, La tempesta, Giorni felici, I Giganti della montagna, Galileo, Il giardino dei ciliegi, Il campiello, Faust e tanti altri successi. Non vi sveleremo l’età della Signora Lazzarini… Se pensiamo che il suo debutto nel cinema risale ai primi anni ‘50, mentre in teatro arriva nel ‘54 alternando le scene teatrali con quelle televisive (indimenticabile nel ruolo di Nora in Casa di bambola di Ibsen). Se pensiamo che i nostri genitori l’hanno acclamata, noi l’abbiamo applaudita e adesso tocca ai nostri figli. Beh che dire, stiamo veramente incontrando il TEATRO italiano. Non vi pare? Sono cresciuto grazie ai suo spettacoli. Spero sia cresciuto bene? Quanto meno cresciuto educato, teatralmente parlando, grazie al mio passato. Qui mi “arrabbio” non mi piace il termine passato detto da una grande Artista qual è. È vero è brutto parlare di un “passato teatro”, perché il teatro è il teatro e va al passo con i tempi. C’è un passato e c’è un presente. E il presente di Giulia Lazzarini, in questi giorni, è stato lo spettacolo Gorla Fermata Gorla in scena presso il Teatro Elfo/Puccini di Milano di e regia Renato Sarti con la partecipazione di Federica Fabiani e Matthieu Pastore. 20 ottobre del 1944. Aerei della Air Force, dopo aver bombardato l’area nord di Milano, scaricarono le bombe residue sulla città. Una di queste, per una tragica combinazione, sfondò̀ il tetto della Scuola Francesco Crispi di Gorla, si infilò nella tromba delle scale ed esplose nella cantina dove si erano rifugiati gli alunni, uccidendone 184. Uno degli episodi più terribili di tutta la Seconda Guerra Mondiale, ma rischia di svanire dalla memoria della città: oggi, per i più, Gorla è solo una fermata della metropolitana. Ma l’instancabile Giulia Lazzarini (scusate la ridondanza ma vorrei ricordavi che calca i palcoscenici dal ‘54!!!) non si accontenta di andare in scena solo con uno spettacolo e se siete tra quelli che hanno perso Gorla fermata Gorla, non disperate: dal 2 al 6 dicembre 2015 Teatro della Cooperativa / Via Privata Hermada, 8 – Milano Muri – prima e dopo Basaglia di e regia Renato Sarti Di cosa parla lo spettacolo Muri – prima e dopo Basaglia? Della Legge Basaglia, una delle grandi conquiste della storia della nostra democrazia. Basaglia riuscì ad abbattere questi “muri”, queste “barriere” e fece finalmente uscire i “matti” inserendoli nuovamente nella società. Molte di queste persone tornarono in famiglia, alcune furono accolte in comunità ma nessuna doveva essere lasciata sola. Chi soffre di questa patologia, se lasciato in solitudine, inevitabilmente soffre. Tenga presente che all’epoca, le persone considerate matte erano le stesse persone che oggi potremmo definire esaurite. Per un esaurimento nervoso molte persone venivano recluse in questi manicomi, ospedali mi piace di più. Se per disgrazia i loro famigliari entro 24h non andavano a riprenderli, venivano reclusi ingiustamente fino alla fine della loro esistenza, molto spesso per una questione legata al denaro. Una cosa di un’inciviltà pazzesca. Chi era Mariuccia Giacomini (scomparsa nell’agosto del 2014)? È l’infermiera che racconta questa storia. Iniziò, giovanissima, a lavorare in questi ospedali quando ancora la Legge Basaglia non c’era. Fu una delle prime ad essere della partita di Franco Basaglia, seguendolo nei difficili percorsi della rivoluzionaria riforma, seguendone tutte le tappe. Una delle rivoluzioni di Basaglia è stata quella di fare corsi agli infermieri. I matti, o meglio i malati, che si trovano ancora oggi negli ospedali hanno bisogno, non solo delle giuste cure mediche, ma anche di essere confortati da un gesto, da un sorriso… Questo ai tempi di Basaglia mancava. Fu lui a iniziare questi corsi per educare gli infermieri alla terapia dell’amore, quella umana. lazzarini_2 Ancora oggi, però, si alzano muri? Purtroppo quando se ne abbatte uno, se ne alza un altro. Si alzano nei confronti di quelle persone che danno “fastidio”, quelli che non appartengono a te. Le barriere che si creano non sono mai finite, né quelle mentali né quelle legate al “diverso”. Diverso da chi? È l’uomo normale, o pseudo normale, che alza muri nei confronti del diverso. Viviamo sempre in posizione di difesa. Ancora oggi ci sono i ghetti. Si continua a relegare le persone. Mentre le parlo la mia mente rivede le immagini di questa estate durante l’esodo di massa dei migranti verso l’Ungheria dove alzarono 175 km di filo spinato per fermarli. Se non sono muri o barriere queste!!! Troppi interessi in gioco? Il mondo va avanti così, fabbricano quello che non dovrebbe essere fabbricato solo per il proprio guadagno. L’uomo non riesce a vivere in pace. Il problema è che più andiamo avanti e più le guerre diventano feroci. Un tempo si diceva “la seconda guerra mondiale”… mondiale. Adesso si dovrebbe dire “globale”; la terza guerra globale. Sempre meno pronti ad affrontarla. Sempre più destinati a subirla. Con Gorla fermata Gorla e Muri – prima e dopo Basaglia, Giulia Lazzarini cosa vorrebbe che si smuovesse negli spettatori? Qualcosa nell’intimo. Mi piacerebbe, una volta a casa, ripensassero a tutto quello che hanno visto e ascoltato, perché storie vere e vissute. Ci sono storie in cui ritrovarci. Ci sono storie da dimenticare. Ci sono storie che fanno pensare. E ci sono storie come Gorla fermata Gorla e ci sono storie come Muri – prima e dopo Basaglia. Gorla racconta una storia di guerra. Uno pensa subito ad una storia che è accaduta, che non dovrebbe più accadere. Allora dissero: “mai più”… invece… i fatti di cronaca ci riportano ai giorni d’oggi. Il ricordo deve ricordarci che abbiamo detto: “mai più”. Renato Sarti ha fatto e fa del teatro politico e sociale il suo credo. Lei ha sposato il credo di Renato Sarti. Quand’è avvenuto il vostro incontro? Tanti anni fa. Ci lega una lunga amicizia. Lui era un ragazzo, io lavoravo per il Piccolo. Prima di arrivare al Piccolo, Renato iniziò a lavorare con la compagnia dell’Elfo, è cresciuto assieme a Salvatores, Bisio, Abatantuono, De Capitani e tanti altri talenti di allora. Adesso ha il suo teatro (Teatro della Cooperativa) e porta avanti la sua esperienza e quello che vuole dire. È una persona stimabilissima. Trovo molto interessante il suo teatro, credo possa servire da monito per far pensare e riflettere, un aiuto per chi verrà dopo. Affronta sempre con leggerezza determinati temi senza buttare addosso pietre agli spettatori, anzi bisognerebbe togliere le pietre dal cuore della gente. Però Renato molto bravo anche con spettacoli divertenti, W dio ci vuole anche il sorriso già la vita è pesante di suo, no? Visto che ha parlato del Piccolo ne approfittiamo. Per tanti ma tanti anni è stata l’icona di questo teatro. Dopo la morte di Strehler il silenzio. Può aiutarmi a capire il perché? Ma no (sorride) quando viene a mancare una persona ne subentra inevitabilmente un altra. Luca Ronconi portò il suo teatro, noi facevamo parte del gruppo diretto da Strehler. Le intenzioni di Ronconi erano le stesse di Strehler, ma con la sua strategia. Fece delle scelte ed io non ero tra queste, non si giudicano le scelte altrui, non si può e non si deve imporre nulla a nessuno, specie nell’arte. Comunque in tutti questi anni ho lavorato lo stesso, ho fatto delle belle cose e non mi lamento. Al cinema centellina le sue apparizioni ma quando capita non la si può dimenticare, noi di StarsSystem la ricordiamo con tanto affetto nel film Grazie di tutto. Mentre questa estate è stata l’ indimenticabile anziana madre morente protagonista del film Mia madre di Nanni Moretti insieme a Margherita Buy. Com’è stato lavorare con uno dei nostri registi più accreditati in Europa? Bellissimo. Nella mia carriera ho sempre fatto scelte abbastanza oculate. Ho sempre lavorato con persone che mi erano, sono, amiche o che stimo. Nanni Moretti è una persona che mi piace tanto e per quanto riguarda il cinema è innovativo, attivo, spirito ironico e profetico. Quando ho ricevuto la sua offerta mi sono sentita lusingata. Però ho aspettato un po’ perché Moretti voleva valutare bene… lazzarini_3 … visti i riconoscimenti che ha ricevuto; un David di Donatello, il Nastro d’argento speciale e un Ciak d’Oro ha valutato più che bene. Ma sì (sorride divertita nuovamente) per quel che valgono i premi. A questo punto della mia vita questo film è stato un punto di arrivo non lo considero un punto di partenza, quindi va benissimo così. C’è un ruolo che avrebbe voluto interpretare ma che non le è mai stata data la possibilità di farlo? Ahimè a questa domanda non seguirà una risposta, perché arriva Renato Sarti il quale prende Giulia Lazzarini sotto braccio e la porta via con sé… devono cominciare a provare MURI – prima e dopo Basaglia. Per noi di StarsSystem Giulia Lazzarini è il Teatro o meglio la Signora del Teatro, assieme ai più grandi attori del nostro passato che, ahimè, non ci sono più.

Una vita dedicata al teatro Una vita dedicata al Piccolo Teatro Giulia Lazzarini Una Passione lunga una Vita

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