Fashion Photography – Si salvi chi può!
Dall’oggi al domani il conto del malcapitato andrà in rosso, a favore di un parco attrezzatura degno di Steven Meisel. La vittima della “fashion photography” smetterà presto di interessarsi ai paesaggi, per focalizzarsi sulle temibili MACRO alle api/coccinelle/farfalle e durante i party deciderà di puntare l’obiettivo solo sulle ragazze più fighe. Da qui, l’inizio della fine: ogni settimana la vittima avvertirà il bisogno compulsivo di asciugare i suoi “rullini digitali”, concentrandosi su soggetti femminili, preferibilmente nudi o seminudi, in atteggiamenti sessualmente espliciti e probabilmente sconvenienti. Nel giro di un paio di mesi il tasso di snobismo nel sangue di quello che ormai è diventato un “fotoamatore” dichiarato aumenterà di giorno in giorno, per giungere ai suoi massimi livelli, quando s’imbatterà per caso -o per sbaglio- in qualche fantomatica agenzia DI MODA. Non farà in tempo a sottoporre alla solita post produzione feroce gli ultimi scatti, che nella sua mente già si andranno formandosi nuovi mirabolanti progetti, sempre più poetici, sempre più visionari. Non c’è pace nella mente di quello che è ormai a tutti gli effetti un “FASHION PHOTOGRAPHER” e nemmeno nella vita di coloro che gli stanno intorno. La sua bocca si riempie di “moda” di “mood” e di “models” ed i suoi neuroni, ormai ridotti a mere cellule ospiti, completamente assoggettate al sistema, producono idee sbalorditive ad ogni ora del giorno e della notte. E non può più farci niente. Si sveglia con l’ancestrale bisogno di stimoli visivi. Respira attraverso la poesia delle sue creazioni. Vive grazie ad orgasmi in due dimensioni. Voi potrete solo stare a guardare, mentre da dietro la sua fotocamera esclamerà convinto: “al mio prossimo click, scatenate l’inferno”.]]>