Faux Fur
In tempi antichi, si credeva che la pelliccia avesse poteri magici. Chi indossava la pelle di un leopardo, ad esempio, sarebbe diventato veloce e intelligente come l’animale. Solo nell’Undicesimo secolo si è iniziato a vedere la pelliccia come una rappresentazione dello status sociale. I nobili adornavano con le pelli più pregiate i loro indumenti per ostentare la loro ricchezza. Agli inizi del Novecento, sono invece le stelle di Hollywood a dare nuovo lustro alle pellicce. In un articolo apparso su Vogue nel 1929 si consigliava di risparmiare su gioielli e indumenti ma mai sul proprio cappotto di pelliccia che “rappresenta che tipo di donna sei e il tuo stile di vita”. È nello stesso anno che però viene prodotta la prima pelliccia sintetica, pubblicizzata dall’attrice Anne Baxter, in pelo di alpaca. Negli anni Cinquanta con lo sviluppo tecnologico si ha invece la prima pelliccia in acrilico e gli attivisti per i diritti animali iniziano la loro campagna per boicottare l’utilizzo di vere pelli animali. Il mercato ha un boom e nel 1957 vale 80 milioni di dollari. È però nei primi anni Novanta che raggiunge il suo apice, anche grazie al lavoro dell’associazione PETA che sveste le top model Naomi Campbell e Cindy Crawford per promuovere il loro ultimo slogan: “Preferisco essere nuda che indossare una pelliccia”.
Sebbene le pellicce sintetiche non nascano per la protezione degli animali, ma semplicemente per avere un’alternativa più economica e veloce da produrre, negli anni indossare faux fur è diventato tanto una dichiarazione di stile quanto una politica. In questi ultimi anni l’utilizzo di pellicce sintetiche è tornato in discussione con centinaia di grandi brand che hanno detto basta all’uso di pelli animali. La sostenibilità è l’argomento più chiacchierato nel settore. Suzy Menkes, una delle giornaliste di moda più apprezzate al mondo, ha sentenziato sulle pagine di Vogue la fine dell’era delle pellicce, sottolineando come “le giovani ragazze non sognano più di possedere una pelliccia”, mentre Karl Lagerfeld aveva dichiarato che “quel sogno apparteneva alle madri”.
Insomma, la lista dei marchi che hanno deciso di dire basta all’utilizzo delle pellicce nelle loro collezioni si fa sempre più lunga. Ad esempio, Stella McCartney non ha mai utilizzato tessuti di origine animale nelle sue collezioni, dal debutto nel 2001, e sempre più brand stanno seguendo il suo esempio dichiarandosi fur free. Giorgio Armani, Gucci, Prada, Burberry e Versace sono solo alcuni dei nomi che negli ultimi anni sono saliti agli onori della cronaca per la decisione di eliminare le pellicce dai loro cataloghi.
Chi vuole essere alla moda al giorno d’oggi deve anche essere cruelty free. Questo non vuol dire certo che le pellicce sono andate completamente fuori moda – le passerelle dicono tutt’altro – ma siamo semplicemente passati a quelle ecologiche. Coloratissima o nei toni pastello, corta o lunga, la faux fur è terribilmente chic. A pensarlo sono soprattutto le Millennials che non ne possono fare più a meno, soprattutto nel modello teddy che avvolge e scalda come il pupazzo preferito dell’infanzia.
By Mariella Baroli
Photo ReflexStudio
Model Giovanna Frashnaj
MUA Nadira Esker