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Patagonia: viaggio alla fine del mondo

Patagonia: viaggio alla fine del mondo

Barbara Cialdi
Patagonia

Il ghiacciaio Perito Moreno e le Torri del Paine. La leggendaria Terra del fuoco e Ushuaia, la città più meridionale del mondo e porta per l’Antartide. Pochi luoghi cambiano per sempre l’anima di chi li assapora come questa terra all’estremo sud del pianeta, divisa tra Cile e Argentina. “In Patagonia ho visto cose che non potete nemmeno immaginare”. Potrebbe iniziare con questa frase il racconto della vostra esperienza in questa terra di primordiale e selvaggia bellezza, dopo aver riordinato gli appunti presi sui vostri taccuini di viaggio, proprio come hanno fatto prima di voi l’inglese Bruce Chatwin e il cileno Luis Sepúlveda, i due grandi scrittori che con i loro libri hanno reso universale il mito della Patagonia. Un mondo dove l’avventura, scrive Sepúlveda in Patagonia Express, “non solo è ancora possibile, ma è la più elementare forma di vita”. Ed è davvero così, in questa terra sconfinata divisa tra Cile e Argentina, popolata da appena due abitanti per chilometro quadrato.

Il ghiacciaio che cresce

Tra le mille esperienze che potete vivere in Patagonia, una delle più straordinarie è la scoperta del ghiacciaio Perito Moreno, nel Parco Nazionale Los Glaciares. È la terza riserva di acqua dolce del mondo, e uno dei pochi ghiacciai che cresce invece di ritirarsi per via del riscaldamento globale. Vi sentirete immensamente piccoli di fronte a questa enorme formazione di ghiaccio perenne, immersa nelle acque trasparenti e azzurre del Lago Argentino. E mentre lo contemplate da una delle piattaforme panoramiche poste a poche decine di metri (in tutta sicurezza!), potreste essere così fortunati da assistere al distacco di una colonna di ghiaccio che, con un prolungato boato, di tanto in tanto, rompe la magia del silenzio totale che vi circonda, cadendo nelle acque del lago.

Le “tre torri” del Cile

Tra le meraviglie patagoniche cilene, il Parco Nazionale Torres del Paine spicca per la sua magnificenza e primordiale bellezza, tanto da essere stato dichiarato riserva della biosfera dall’Unesco. I suoi punti di forza sono le Torres, tre statuari monoliti di granito scolpiti dal vento e dal ghiaccio, la più alta delle quali sfiora i 2.800 metri. I mutamenti repentini del tempo in continua evoluzione, cambiano il colore delle tre montagne sotto i vostri occhi. Questo progressivo e spettacolare gioco di luci ed effetti cromatici tocca il suo culmine quando, dopo aver incontrato bizzarre formazioni di scisto nero (i cuernos), ghiacciai, laghi, fiumi e vallate, giungerete alla Laguna Azul. In questo specchio d’acqua all’interno di un antico cratere vulcanico i tre picchi si riflettono perfettamente: sfiorate l’acqua con la mano, avrete la sensazione di toccare la vette delle Torres e il cielo della Patagonia con un solo dito e la sensazione sarà inestimabile.Patagonia 1

La fine del mondo

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“Tierra del Fuego. Terra del Fuoco. I fuochi erano quelli di un campo di indios fuegini. Secondo un’altra versione Magellano vide solo fumo e la chiamò Tierra del Humo, Terra del Fumo, ma Carlo V disse che non poteva esserci fumo senza fuoco, e cambiò il nome”. Così Bruce Chatwin, nel suo noto libro In Patagonia, ricorda l’origine del nome di questa “terra alla fine della terra”. Ushuaia, la città più meridionale del mondo, è il suo capoluogo. Qui tutto è ispirato da questo senso di ultima frontiera. Come il “treno della fine del mondo”, o “treno dei carcerati”, a bordo del quale potete viaggiare attraverso il tracciato che dai primi del ‘900 collegava il penitenziario locale alla foresta in cui i detenuti – spesso per motivi politici – andavano a spaccare la legna. Godetevi il suo andamento lento e panoramico e poi, ritornati a Ushuaia, gustatevi il grande classico della cucina di questa terra, il delizioso ed abbondante Asado della Patagonia, la tipica grigliata mista a base di carne di agnello.

Come Magellano

Per finire, potreste chiudere la vostra avventura patagonica arrivando al “faro della fine del mondo”. Si alza su uno degli isolotti che incontrate attraversando in catamarano il Canale di Beagle. Lo stretto taglia in due il Parco Nazionale della Terra del Fuoco, un’altra meraviglia della natura abitata da magnifiche creature come il condor delle Ande, albatros e cormorani, lontre, volpi e visoni. A bordo del catamarano saranno i suoni a fare da protagonisti: il dolce suono dell’acqua, il canto degli uccelli, il fischio del vento. Sono gli stessi che, secoli prima di voi, udirono Magellano e poi altri leggendari esploratori. Tutto ciò che li aveva folgorati, della Terra del Fuoco e della Patagonia, è ancora lì. Pronto per essere scoperto.

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