Ryan Zoghby
E’ un mix di luoghi e passioni, di eleganza e forza, di sogni infranti e di sogni realizzati quello che rende Ryan Zoghby, modello sudafricano cresciuto in Nuova Zelanda, un marito perfetto, un padre premuroso ed un professionista molto apprezzato. E’ uno di quei rari casi in cui per quanto ci si sforzi di trovare un difetto, ogni tentativo risulta vano. “Love the life you live, live the life you love”- “Ama la vita che vivi, vivi la vita che ami”. E’ con questa convinzione che il bellissimo modello affronta ogni giorno fin da quello, decisamente sfortunato, in cui un brutto incidente al ginocchio lo costrinse a rinunciare al sogno di diventare un calciatore… Blazer: Amen
Sei nato in Sudafrica, praticamente dall’altra parte del mondo. Come sei arrivato in Italia?
Sono nato in Sudafrica dove ho vissuto fino ai 18 anni, poi mi sono trasferito con la mia famiglia in Nuova Zelanda. Ho vissuto lì per quasi nove anni e poi sono venuto a Milano per fare il modello, perché in Nuova Zelanda questa industria praticamente non esiste.
Eppure sei stato notato e hai cominciato lì a muovere i primi passi…
Sì, ma all’epoca giocavo a calcio, ho cominciato a giocare da bambino quando ero ancora in Sudafrica e ho continuato quando poi ci trasferimmo in Nuova Zelanda. Purtroppo però, intorno ai 23 anni, un brutto incidente al ginocchio mi ha costretto a rinunciare al mio sogno. Quando cominciai col modeling un paio d’anni prima dell’incidente le cose andavano molto bene, mi divertiva, così come il fitness, infatti ho fatto anche il personal trainer che è un’altra mia grande passione. Trousers: Levi’s / outwear: Septwolves
Ma è una passione tua o è una tradizione familiare?
In effetti in qualche modo è una “tradizione” familiare, mio padre era un calciatore e mi ha insegnato tutto sulla palestra e l’allenamento. Ne costruimmo una in garage e a 14, 15 anni mi allenavo lì con lui. Che rapporto hai con la tua famiglia?Bellissimo. Senza di loro non sarei qui ora, è una frase spesso abusata ma è la verità, mi hanno sempre sostenuto, sono loro molto grato e tengo sempre a mente da dove vengo.
E com’ eri da ragazzino, cosa sognavi?
Di fare il calciatore! (sorride) Dall’età di 9 anni, era quello il mio grande sogno, diventare un professionista.
Ma poi questo sogno sei stato costretto a metterlo da parte. Come hai affrontato la sofferenza che ne è derivata?
A seguito dell’incidente ho realizzato che molto probabilmente non avrei potuto continuare da professionista e così il modeling, che mi appassionava comunque molto, si è rivelato essere un’alternativa entusiasmante. Ho fatto sì che quell’occasione diventasse la mia salvezza in quel momento di sconforto. Nella vita può capitare di tutto ed è importante, a volte, fare un passo indietro, guardare le cose dalla giusta prospettiva e pensare a ciò che vuoi fare anche accettando ciò che accade, ma senza mai smettere di cercare una strada per andare avanti… Blazer: Amen / trousers: Paolo Pecora / sneakers: Amen
Quindi sei arrivato a Milano che è tra le piazze più significative per il modeling, alla ricerca del tuo posto nel fashion system…
Eh sì, Milano è una fashion capital! Ho desiderato fortemente che il modeling potesse rivelarsi la strada giusta per me e non ho esitato un attimo a venire a Milano per costruirmi una carriera internazionale quando ne ho avuto l’occasione. Avevo una gran voglia di andare avanti nella mia vita.
E com’è stato l’approccio con la città, così diversa rispetto ai luoghi nei quali sei cresciuto?
Molto diversa sì! Bè la mia prima a volta a Milano risale a svariati anni fa, ci restai per due mesi e fu abbastanza dura. Abitavamo in sette in un miniappartamento in una zona improponibile. (sorride)
I classici models apartments….
Esatto! Ma sono stato felicissimo di fare quella esperienza perché mi convinsi definitivamente che quella sarebbe stata la strada giusta.
La conoscevi già l’Italia, Milano?
No, ma in tv su FashionTv vedevo sempre gli shooting in Duomo o in giro per la città e sognavo di farlo anche io (sorride).
Tu hai viaggiato molto per lavoro, quali luoghi e che cosa ti colpisce di un posto? Ogni luogo che ho visitato mi ha affascinato per qualche ragione, anche se per me è fondamentale la gente che li popola (sorride) Parigi per esempio è stupenda, ma coi francesi non ho legato facilmente (ride provocatoriamente). In Germania sono stato molto bene, ma il tempo non è il massimo. Insomma ogni luogo ha i suoi pro e i suoi contro. L’Italia invece è stupenda, con mia moglie che è siciliana ne abbiamo visitata gran parte.
Milano è anche la città nella quale ti sei innamorato…
Eh già! Quando tornai a Milano nel 2012 ero single e deciso a fare carriera nel modeling, viaggiare il più possibile e godermi la libertà, ma incontrai Ambra dopo due sole settimane… Trousers: Septwolves / shoes: Castañer / underwear: Timonier
E non vi siete più lasciati?
Praticamente no. Ma non è stato affatto facile, tra burocrazia, permessi di soggiorno, viaggi dall’altra parte del mondo, il lavoro di mia moglie che non le permetteva di allontanarsi, sono stati tanti i momenti difficili ma non abbiamo dubitato un solo istante l’uno dell’altra e questo ci ha dato la forza di superare tutto.
Quindi i tuoi piani in qualche modo sono stati stravolti da questo incontro, eri venuto per goderti la libertà e invece hai costruito una famiglia.
Esatto, la vita è così…(sorride compiaciuto).
A volte sa le cose meglio di noi…
Già! Puoi fare dei piani e prendere una strada per arrivare ad un punto, ma spesso la vita te ne propone altre per arrivare ai tuoi obiettivi.
Il modeling oggi è la tua professione principale, ma cosa vedi in futuro?
Nel modeling conto di lavorare ancora per un po’ (sorride), ma un giorno mi piacerebbe aprire una palestra tutta mia (non in Italia però altrimenti le tasse…)(sorride) Nel frattempo con mia moglie stiamo lavorando ad una linea di orologi dalle linee essenziali, minimali, mi piacerebbe un giorno diventare un imprenditore.
Tu sei sempre così stiloso, elegante, attento al look…ma che cos’è lo stile per te?
Non è sempre stato così a dire il vero! (ride di gusto) Anche questo è merito di mia moglie. Quando l’ ho conosciuta sarei potuto essere definito un “tamarro” (ride), anzi lei mi definiva proprio così, poi mi ha insegnato a spaziare, a sperimentare, ad abbinare al meglio i colori ed i tessuti, ad essere elegante.
Però evidentemente ha tirato fuori un’eleganza innata, perché oggi indossi con grande disinvoltura giacca e mocassini…
Sì io sono contento oggi di apparire così, mi sento bene con questa immagine. Total look: Paolo Pecora / t-shirt: Timonier / shoes: Cinti
Ma per sentirti rappresentato appieno come ti piacerebbe essere fotografato?
In tanti modi a dire il vero, nel nostro servizio mi sono molto divertito, mi piace giocare con l’immagine, apparire elegante ma anche sensuale, è il bello di questo mestiere.
E il mondo del cinema? Con quella faccia che ti ritrovi hai mai pensato di recitare?
A dire il vero lo ripetono in continuazione soprattutto nella famiglia di mia moglie (sorride). Io non ci avevo mai pensato, ma l’abbiamo detto prima, nella vita non si sa mai, magari c’è una strada che mi aspetta.
Non ti spaventa scoprire cose nuove?
No, sicuramente no.
Dai svelaci qualche consiglio per essere così in forma!
La verità è che ci vuole molta costanza, io mi alleno regolarmente perché il corpo è anche il mio strumento di lavoro e poi perché il fitness è una mia grande passione.
Ma è vero che ci vuole molta attenzione anche nell’alimentazione?
Sì certo, ma non si può pensare di essere in forma solo mangiando bene, così come non ci si può solo allenare senza una giusta alimentazione.
Cosa insegnerai alla piccola Sofia? Che cosa tieni che lei comprenda e capisca della vita? Adesso è molto piccola, ma un giorno crescerà…
Vorrei insegnarle ad essere modesta, consapevole di sé ma modesta e riconoscente. La gente dimentica facilmente chi è e da dove proviene. Io mi auguro che lei cresca forte, serena e coi piedi per terra.
Pensate di averne altri, vero? Direi di sì, almeno un’altra. Blazer: Paolo Pecora / t-shirt: Timonier / Sunglasses: 4u4
Hai detto altra, vorreste un’altra femminuccia?
No, non è importante, a dire il vero da piccolo sognavo che il mio primo figlio fosse femmina e sono stato accontentato. Il secondo sarà quello che sarà.
Se fosse maschio gli faresti fare il calciatore?
Bè perché no! Può essere, ma solo se fosse davvero una sua passione. Ho fatto anche da coach per i più piccoli ma non costringerei mai mio figlio a fare qualcosa solo perché fa piacere a me. Shirt: Amen / Trousers: Septwolves
E’ bellissimo quello che dici. Credo che non ci sia fortuna più grande dell’avere genitori altruisti e pronti a prodigarsi per i propri figli mettendo da parte le proprie aspettative.
Sì è proprio così. Sono cresciuto con l’esempio dei miei genitori, sempre pronti e presenti nella mia vita senza però essere mai soffocanti. Sono cresciuto con la convinzione che la vita sia davvero un dono prezioso e di questo sono grato ogni giorno.
Quali sono i valori fondamentali per te?
La famiglia appunto, la famiglia viene prima di tutto. E come vivi l’ambiente competitivo della moda?
L’inizio è stato difficile, lo ammetto. Ai casting si è giudicati continuamente e, per quanta personalità si abbia, può succedere che si cominci a credere che il problema sia tu. Troppo alto, troppo basso, troppo fisicato o troppo poco, all’inizio mi arrabbiavo se non venivo scelto, poi ho capito che non si può andare bene per tutto, che non va preso sul personale e, soprattutto, che ci sono cose nella vita più importanti, così sono riuscito a trovare un equilibrio che oggi mi permette di lavorare bene e godermi anche le mie passioni e la mia famiglia. Underwear: Timonier / shirt: Shirtstudio
Dalle tue parole emerge chiaramente il grande amore per tua moglie Ambra e per la vostra piccola Sofia, avresti mai immaginato prima di salire su quell’aereo per Milano che sarebbe accaduto tutto ciò?
No, non l’avrei mai immaginato ma è la cosa più bella che mi sia capitata e devo riconoscere che tutto ciò è soprattutto merito di mia moglie e della grande forza e determinazione che ha messo nel proteggere e accudire il nostro amore. Non ha mai esitato a fare un passo indietro, sacrificando anche i suoi sogni professionali pur di starmi accanto. Quando qualcuno mi chiede come si faccia a non cadere in tentazione sempre circondati da donne bellissime rispondo semplicemente che il vero amore esiste. Per me non c’è niente che valga più di tornare a casa, abbracciare Ambra e la nostra dolce Sofia e mangiare una bella lasagna!
Ph: Christopher Iapino
Creative Director: Alessandro Nava
Mua & Hair: Elija K. Gutierrez
Styling: Pietro Rebosio
Filmmaker: Gerti Ibra