Uncle Howard di Aaron Brookner
15 Febbraio 2016
Presentato alla 66° mostra del cinema di Berlino “Uncle Howard” è più di un docufilm, è un gesto di amore del nipote Aaron Brookner nei confronti dello zio Howard Brookner, regista deceduto di AIDS nel 1989 a NYC antecedentemente l’uscita del suo primo lungometraggio prodotto dalla Columbia Pictures.
I maledetti di Broadway (Bloodhounds of Broadway) produzione hollywoodiana, dopo tanti film indipendenti, con un cast d’eccezione: The Brain (Rutger Hauer), il quale, ferito a morte, fa testamento a favore di una fioraia; lo sfortunato suonatore di bicchierini Regret (Matt Dillon); lo squattrinato Feet Samuels (Randy Quaid); e la ballerina più desiderabile di tutta Broadway, Hortense Hathaway (Madonna), che canta e balla facendo il doppio-gioco tra Regret e Feet Samuels e intanto medita di ritirarsi in campagna. Nelle ore finali, poco prima del calar del sole, enormi fortune vengono perdute e vinte, sono commessi crimini e sbocciano nuovi amori, nella notte che si preannuncia come l’ultimo e il più grande banchetto dell’età del jazz. Howard Brookner negli anni Ottanta faceva parte di quel movimento post punk che aveva voglia di creare. In quel momento storico gli artisti decidevano di essere artisti e basta, il fermento culturale era talmente ampio da poter lasciare spazio a tutti. Nel docufilm compaiono da Andy Warhol a Spike Lee e Madonna che a quanto pare è stata al suo fianco fino all’ultimo minuto, andando a trovare in ospedale al S.Vincent di NYC ( ai tempi il Ground Zero per chi si ammalava) il suo amico Howard, anche pagando qualche conto che non riusciva a saldare. Il nipote Aaron, racconta quanto sia stato difficile recuperare tutto il materiale tra DVD, super 8 e pellicole, scoprendo che lo zio aveva tenuto anche un video diario, che ci regala delle emozioni indelebili. ]]>