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Make-up Trend 2024 – L’inclusività dove sta?

Make-up Trend 2024 – L’inclusività dove sta?

Filippo Monzio
make-up trend 2024


Questa stagione abbiamo assistito al lancio di moltissimi nuovi prodotti, sia skincare che make-up, dal potenziale elevatissimo e contraddistinti da formulazioni sempre più innovative. Tuttavia, per ogni passo che la chimica e la cosmetologia fanno in avanti, sembra che la società e l’industria ne facciano uno (o due) indietro. Tra tutti i nuovi trend che ci vengono presentati in ogni stagione, dove troviamo quello di una vera inclusività?

Prima di presentare il vero argomento di questo scritto è doveroso fare alcune puntualizzazioni: è vero che make-up e skincare sono per tutti, ma ad ognuno il suo, perché non tutto, è per tutti! Sembra un gioco di parole, ma non lo è.

Infatti, pensare che tutto sia adatto a tutti resta una pretesa sterile, che non valorizza l’individualità di ognuno noi, ma punta ad appianarla, nel tentativo di unificare le esigenze individuali, al fine di renderne il soddisfacimento più semplice (soprattutto da parte delle case cosmetiche).

Make-up trend – I blush “universali”

Quello che ha infervorato nelle ultime settimane i social è stato il lancio da parte di diversi brand di lusso di blush liquidi definiti “universali”, ossia adatti a tutti i tipi di incarnato, corredati da schede prodotto che ne mostrano caratteristiche e risultati, anchesulle carnagioni più scure. 

Di per sé, non ci si può vedere nulla di male, ma il problema è sorto quando numerose beauty influencer, specializzate nelle recensioni di prodotti di bellezza, hanno mostrato che tali risultati non potessero essere più lontani dalla realtà.

Make-up trend
Golloria

La nota content creator Golloria, che dei test prodotto sulla sua carnagione di ragazza del Sudan del Sud ne ha fatto un core business, non si è mai lasciata intimidire dai colossi della cosmetica e in questa occasione non è stata da meno. Durante lo swatching dei blush in questione resta letteralmente senza parole davanti al risultato: più che ridere e domandare al brand “Why would you send me this?” (“Perché me lo hai mandato?”) non poteva che fare. In effetti, chi mai vorrebbe vedersi le guance grige? Questo, purtroppo, è solo uno dei tanti video dove chiede ai beauty brand un’inclusività che sia reale.

Quello da sottolineare è che il problema non risiede nel fatto che un determinato prodotto non performi al meglio su un certo fototipo, ma che alla base della campagna vendite di questo ci sia la promessa che lo faccia. 

The Lipstick Lesbians make-up trend 2024
The Lipstick Lesbians

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In questo caso, la scusa di “un errore di comunicazione” non sembra ammissibile. Infatti, Alexis Androulakis, product developer e co-fondatrice della pagina Instagram “The Lipstick Lesbians”, nel suo video intitolato “The downfall of the beauty industry” (“Il declino dell’industria della bellezza”) lo spiega più che bene, denunciando una totale mancanza di trasparenza da parte delle case cosmetiche.

make-up trend 2024 Alexis Androulakis

I chimici che hanno preparato la formula del prodotto, il team che si è occupato dello sviluppo, quello che ne ha seguito il marketing, il team che ha realizzato le campagne pubblicitarie (che va dalla pre-produzione, alla produzione e post-produzione del materiale fotografico), fino ad arrivare al personale di retail, che nel concreto si approccia in maniera più vicina alla clientela: una miriade di occasioni per parlare in maniera più onesta di questi cosmetici, tutte quante però sprecate.


Facendo un esempio analogo per l’abbigliamento, potremmo chiederci: è inclusivo (oltre che realistico) pensare che una sola taglia si possa adattare ad ogni fisicità? Non si corre il rischio che questo scateni un’estenuante rincorsa ai body type che, di fatto, possono indossare questa taglia definita “universale”? Se non rientrassi in qualcosa di universale e adatto a tutti, forse ho commesso qualche errore? Possiamo dirlo con certezza: la risposta è no, non siamo noi ad aver commesso uno sbaglio.

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