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Simone Giorgi, Hotelier of the Year: il segreto del successo nel lusso

Simone Giorgi, Hotelier of the Year: il segreto del successo nel lusso

Elisa Scheffler
Simone Giorgi

Costruire una carriera di successo nel mondo dell’hotellerie richiede dedizione, visione strategica e una profonda attenzione alle persone. Non si tratta solo di dirigere un hotel di lusso, ma di creare esperienze memorabili, costruire team affiatati e incarnare valori di discrezione, eleganza e innovazione.

Simone Giorgi incarna perfettamente questa filosofia. Fiorentino di nascita, milanese d’adozione, dirige con maestria il Park Hyatt Milano, uno degli hotel più prestigiosi d’Italia. Lo scorso anno ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di Hotelier of the Year dal network Virtuoso, un premio che celebra i migliori manager dell’ospitalità a livello mondiale.

Park Hyatt Milano

Ho avuto il piacere di incontrarlo per scoprire il suo percorso, i valori che lo guidano e la sua visione dell’ospitalità di lusso.

Simone, qual è stato il primo passo del tuo straordinario percorso nel mondo dell’ospitalità di lusso?

Tutto è iniziato nel 1981 come barman, lavorando in Italia e all’estero. Poi, ho intrapreso il mio percorso nell’hospitality, nel dipartimento Food & Beverage con Starwood e, successivamente, con Belmond, diventando nel 2000 Direttore Food & Beverage per la Compagnia Lungarno Hotels di Ferragamo. Quando abbiamo aperto il Park Hyatt Milano, ricoprivo la posizione di Direttore Food & Beverage e, qualche anno più tardi, di Direttore Operativo. Dopo una esperienza come Direttore Operativo in StarHotels Italia-estero, ho assunto la posizione di General Manager all’hotel Il Salviatino e, in seguito, al J.K. Place a Capri. Infine, sono rientrato a Firenze, mia città natale, come General Manager a Villa Cora.

A partire dal Luglio 2018 sono ritornato al Park Hyatt Milano come General Manager e nell’agosto 2024 ho ricevuto il prestigioso premio di Hotelier Of The Year dal network Virtuoso, durante la annuale Travel Week di Las Vegas.

Hai maturato un’esperienza professionale di altissimo livello tra realtà italiane e internazionali. C’è un momento o un progetto che consideri particolarmente significativo?

Ogni esperienza ha avuto un valore fondamentale per la mia crescita, ma il legame con il Park Hyatt Milano è speciale: ho vissuto la sua storia sin dall’inizio. La recente ristrutturazione è stata un momento chiave, un’opportunità per valorizzare ulteriormente l’essenza di questo straordinario hotel. Ogni dettaglio è stato curato per offrire ai nostri ospiti un’esperienza senza precedenti.

Simone Giorgi e le radici fiorentine

Quanto hanno influito le tue radici fiorentine sul tuo approccio alla gestione alberghiera e alla leadership?e?

Le mie radici fiorentine sono una parte essenziale di me. Anche se ho vissuto in molte città e viaggiato in tutto il mondo, Firenze rimane il mio punto di riferimento. La cultura della mia città mi ha insegnato l’importanza della bellezza, dell’equilibrio e della precisione nei dettagli. Inoltre, il carattere fiorentino mi ha reso concreto e pragmatico, ma con quella vena di ironia che aiuta a superare le sfide con un sorriso e poi sono un grande tifoso della Fiorentina (sorride).

Hai ricevuto il premio “Hotelier of the year”, dimostrandoti il miglior manager di hotel al mondo, cosa si prova a sentirsi il “numero 1”?

E’ stato davvero un grande onore per me e il premio era inaspettato, anche se dopo la nomination ci speravo, ovviamente. Ancora faccio fatica a realizzare di aver vinto questo prestigioso riconoscimento, di cui ringrazio nuovamente il network Virtuoso.

Esiste un principio guida che consideri fondamentale per raggiungere l’eccellenza?

Non c’è una ricetta specifica e nemmeno un segreto. Credo sia importante creare ambienti di lavoro sereni e dare fiducia ai collaboratori. La squadra è più importante del singolo individuo e, per raggiungere obiettivi ambiziosi, bisogna lavorare ogni giorno con serietà e dedizione. I successi rapidi sono castelli di sabbia. 

Quale rapporto hai con il tuo team?

Amo confrontarmi e parlare quotidianamente con loro. Se c’è un valore che mi posso riconoscere, è quello di essere molto vicino al personale, di avere un rapporto di grande prossimità con ciascuna delle 260 persone che lavorano al Park Hyatt Milano. So bene che, se ho dei risultati importanti, è perché mi supportano in tutto quello che faccio. Rispetto al mondo delle intelligenze artificiali, io vado in direzione opposta.

Qual è stato il momento in cui hai capito che il settore dell’hotellerie di lusso sarebbe stato la tua vocazione?

Da quando ero giovanissimo. Guardando Love Boat negli anni Ottanta, mi sono appassionato ai grandi alberghi di lusso e a quel meraviglioso ed affascinante mondo fatto di eleganza, raffinatezza e dettagli. 

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Quanto è importante la privacy nel tuo lavoro?

E’ fondamentale. Molto spesso i nostri ospiti ci scelgono proprio per la nostra capacità di essere discreti e mantenere la loro privacy. In questo lavoro è importantissimo far sentire l’ospite al sicuro, come a casa.

Qual è stata la richiesta più insolita o curiosa che hai ricevuto da un ospite?

Quando un importante artista musicale di una famosa band che alloggiava in hotel, mi chiese di fargli avere del rumore di traffico registrato, in quanto, il troppo silenzio della suite, non lo aiutava a rilassarsi e a prendere sonno. 

Quali sono le tre qualità principali secondo te per lavorare in questo settore?

Conoscere il lusso in tutte le sue sfaccettature, saper lavorare in team e riuscire a pensare e progettare senza attenersi troppo a schemi prestabiliti. Sostanzialmente: pensare “out of the box”, mantenendo i livelli di eccellenza.

Se dovessi dare un consiglio ai giovani che sognano di lavorare nell’hotellerie di lusso, quale sarebbe?

Consiglierei di avere sicuramente obiettivi ambiziosi e lavorare con costanza e passione per raggiungerli. I risultati bisogna guadagnarseli con la dedizione e l’impegno, giorno dopo giorno. I successi migliori e più soddisfacenti sono quelli che costano più fatica. Quasi mai, la via più semplice e lineare è quella giusta da intraprendere. Fondamentale, però, è mantenere sempre umiltà e rispetto per i collaboratori e i colleghi, oltre che avere una chiara e completa visione aziendale ed integrità morale.

Tutto questo è la base per chi vuole intraprendere una carriera di successo.

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