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Drusilla Foer, la signora che fa costume dentro un costume

Drusilla Foer, la signora che fa costume dentro un costume

Redazione Starssystem
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“Ho questa foto, tra l’altro scattata fotografando lo schermo del pc, quindi la vedi poco definita… Ti piace?” Ha esordito con questa frase sulla mia app di messaggistica istantanea per smartphone l’iconica Drusilla Foer, con una semplicità sorprendente nel propormi l’immagine da utilizzare per l’intervista su StarsSystem, ma che forse è l’ingrediente comune a tutte le inarrivabili dive come lei.

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Il prossimo 26 novembre, intanto, Drusilla tornerà al Teatro Politeama a Prato con “Eleganzissima Deluxe Edition”, un recital in cui racconta della sua vita fatta di episodi esorbitanti ed incontri con personaggi leggendari, ed in cui non solo ha il ruolo di protagonista, ma anche di sceneggiatrice. Essenziali al racconto portato in scena da Drusilla Foer sono appunto le canzoni, legate a quei momenti di vita, da lei interpretate dal vivo: brani di Brel/Battiato, Chaplin, Amy Winehouse, Gaber, Jannacci, Bowie, Don Backy, Tosti/D’Annunzio, Milly e altri che svelano nuovi episodi della sua vita mai raccontati fino ad ora. Si tratta di una versione “deluxe” appunto che prevede l’accompagnamento di una full band di musicisti: nella precedente versione del tour era accompagnata da musiche dal vivo per pianoforte e sassofono. Le serate pratesi del prossimo 26 e 27 novembre 2016 saranno il fortunato seguito del debutto di tre sere sold out al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino nel febbraio 2016, seguito dalla recente tappa milanese al Franco Parenti di Milano. Poi il tour europeo: l’allure della signora senese, ma cosmopolita nell’animo, ha stregato anche la città di Barcellona, luogo in cui lo spettacolo approderà prossimamente. La produzione è di Franco Godi, compositore per la pubblicità, per la tv e per il cinema fin dagli anni ’60, ma anche pioniere con la sua Best Sound dell’hip hop in Italia dagli anni ’90 a oggi. Il producer sarà anche sul palco con la band per un cameo con l’inseparabile chitarra. Chi è Drusilla Foer? Ecco qualche breve, ma rilevante notizia glamour su di lei… E’ stata immortalata da Mustafa Sabbagh, fotografo di fama internazionale formatosi come assistente di Richard Avedon; nel 2012 era nel cast del film di Ferzan Özpetek, “Magnifica Presenza” e nel programma televisivo di Serena Dandini su La7 “The show must go off”, come ospite fissa in collegamento dalla propria dimora toscana. Miss Foer ha vissuto ed è cresciuta a Cuba, fino ai 20 anni. Poi gli States: si trasferisce a Chicago, successivamente a Parigi ed in seguito a New York, dove apre un negozio di abiti usati. Attraverso gli abiti miss Foer si racconta e ama circondarsi di persone che si raccontano: il negozio ben presto diventa un vivo salotto culturale dove entra in contatto con le più importanti personalità dell’ambiente artistico newyorkese. Nei primi anni ’80 si sposa a Bruxelles, dove rimane fino alla perdita del marito, Hervèè Foer. Dai primi anni ’90 ritorna in Italia, a Firenze, dove attualmente risiede.

Noi di StarsSystem le abbiamo rivolto alcune domande.

Ha molto a cuore alcune cause benefiche: è stata tra l’altro protagonista di un calendario che sosteneva la ricerca sull’HIV. Una causa che non sosterrebbe mai e poi mai?

Ci sono molti valori a cui mi oppongo con forza perché sono distanti dal mio sentire. Idealmente se esistesse l’intenzione di promuove“il pregiudizio” mi adopererei per boicottare questa ipotetica folle iniziativa con tutte le mie forze. Il pregiudizio è il male dell’uomo. Dietro il pregiudizio si nascondono le leggi più stupide, sull’adozioni, sulle unioni, le discriminazioni. Il pregiudizio è un tratto della dittatura. Il pregiudizio è la prigionia più grave per chi lo agisce e per chi lo subisce.

E’ stata opinionista in varie trasmissioni radio. Ci direbbe qual è il su personaggio radiofonico preferito, se ne ha uno?

Ascolto molto la radio ed ho amato molto fare radio. Può immaginare che sollievo sia stato per me lavorare senza dovermi truccare… l’ascolto privato dell’immagine è un veicolo di comunicazione preziosissimo. Mi piacciono gli speaker che trattano contenuti importanti e quelli che ci intrattengono con lievità (non superficialità). Detesto la tipologia degli speaker aggressivi. Linus, Savino e Max Brigante li ascolto volentieri. Intelligenti, garbati e vivaci…

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Vorrebbe raccontare in esclusiva a noi di StarsSystem, dato che parliamo di star e lei lo è, un episodio, anche breve, di uno dei suoi leggendari incontri con un altro personaggio famoso che ancora non ha mai raccontato pubblicamente?

Molti mi chiedono dei miei incontri con personaggi famosi. Non amo molto rispondere a questo tipo di domanda perché detesto passare per quella “con gli amici famosi” ma per lei farò uno strappo. A Napoli negli anni 60, ad una prima al San Carlo conobbi Totò. Mi colpi molto la sua eleganza di modi. Lo trovai quasi attraente. La mia parrucchiera napoletana era in sala parto, quindi risolsi con una cloche di piume nere. Quando mi venne presentato, essendo egli senza occhiali penso che le piume di gallo fossero un taglio alla garconne..ed esclamò: “We’ chebbellamora!”… presi coraggio mi sfilai la cloche mostrando i capelli , allora biondo cenere, e lui incalzò: “We’ chebellabionda!” Poi uscendo dallo spettacolo commentammo insieme la noia della rappresentazione: “La prossima volta, madama, la voglio rossa”. Simpatico.

Lei è un’icona di bellezza: che idea ha della bruttezza e come si rapporta ad essa?

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Non ho nessuna opinione della bruttezza poichè essa è più rara della bellezza. I lineamenti irregolari non compromettono la bellezza di una persona, a patto che essa sia naturale, spontanea e sicura di sé. Preferisco una persona “brutta” con personalità ad una bella di tratti che usa la propria bellezza per per agire un potere sugli altri. In merito agli uomini, io senza dubbio sono attratta dagli uomini bruttacchioli. In genere compensano il loro aspetto con l’essere sexy. Un bel lineamento è niente rispetto ad un bello sguardo.

Da regina indiscussa del capoluogo toscano qual è, mi indicherebbe tre luoghi (negozi, teatri, bistrot e via dicendo) di Firenze di cui non può fare a meno?

Un elegantissimo piccolo negozio in piazza Ciompi di profumi e creme IO’ dove Rossella, competente e gentile fa in modo che la mia faccia non sia uno di quei limoni ritrovati in frigo dopo due mesi. Mangio spesso dal Troia di cui adoro il nome ed il menù. Il negozio storico di abbigliamento Old England era un luogo sublime, ma è chiuso questa settimana. Ahimè, Firenze non lotta per la sopravvivenza dei luoghi eleganti ma preferisce spalancare le porte al dozzinale…

Parlando dello spettacolo “Eleganzissima” che sta portando in tour attualmente, cosa ci vuole raccontare di esso? Come è nato il nome del recital?

Sul mio profilo Facebook mi relaziono spesso con ragazzi giovani che chiedono consigli o opinioni. Una giovane ragazza di Bergamo mi disse “vorrei essere Eleganzissima come lei quando sarò vecchia” perdonai il “vecchia” ma trovai Eleganzissima, un titolo simpatico e memorizzabile. Grazie a Margherita di Bergamo per avermelo regalato. Riguardo al recital, da piccoli era il gioco preferito di noi fratelli. Ci si chiudeva nell’armadio di mamma e spalancavamo le ante come fossero il sipario dopo aver indossato un abito della mamma, eseguendo degli sketch davanti ai fratelli, ai cugini e ai figli della servitù che gravitavano per casa. Mio fratello Gherardo tentava invano di spaventarci interpretando Dracula con una cappa da sera nera foderata di seta ciclamino di Elsa Schiapparelli che ancora posseggo. In passato andavo spesso ai recital a New York, a Parigi con mia madre che gli amava molto. Adorava l’idea di non doversi sforzare con trame complesse, regie cervellotiche, testi depressivi, prediligendo spettacoli musicali e colloquiali. Io sono abbastanza d’accordo con lei, quindi, recital! Nel mio spettacolo racconto episodi della mia vita e le canzoni collegate a quei momenti. Momenti lievi e anche momenti intensi. Si ride e ci si commuove. Sa, mio caro, ho avuto una vita fortunata fitta di gioia, tristezza, amore e dolori. Una vita normale e completa e devo ammettere che questa è stata la mia più grande fortuna. Per questo do ragione a mio nonno Vittorio. Sa cosa diceva? “Che la morte mi colga vivo!”

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