Liala Antonino – Il futuro m’attende
Ricordo precisamente il momento in cui qualche mese fa, per puro caso, mi sono imbattuto nel profilo di Liala Antonino e sono stato profondamente colpito dalla sua spontaneità, dalle passioni che ci legano e dalla sua indiscutibile, e mai esibita, bellezza. Ricordo anche d’aver realizzato, poco dopo, essere la giovane figlia di un mito della televisione e della divulgazione, Licia Colò, di cui sono estimatore da sempre.
Le scrivo, mi risponde e nasce un’intesa naturale che mi permette di vedere quanta coscienza e maturità risiedano in una ragazza così giovane, e così incredibilmente bella senza sforzo.
In un momento come questo, dove la superficialità la fa da padrone e l’apparenza ha più valore della sostanza, l’energia e la visione di Liala Antonino è una necessaria sferzata di novità che sentivamo il bisogno di raccontare.
L’incontro con Liala Antonino – Un’ intesa naturale
Hai posato per questo servizio fotografico due giorni dopo aver dato la “maturità”. La tua vita – da adulta – è ufficialmente cominciata, cosa vedi nel tuo futuro, cosa desideri?
Ne ho tantissimi di desideri, primo fra tutti continuare nel settore della comunicazione, che sia televisiva, cinematografica o nella moda mi piacerebbe crescere in questo settore, esplorarlo da tanti punti di vista. Da qualche tempo mi sto impegnando molto nella società di produzioni televisive con cui collaboro e tra poco comincerà l’Università. E poi viaggiare, nel mio futuro vedo tanti viaggi e anche altri servizi fotografici come questo, è stata una bellissima esperienza (sorride).
Ed era questo che desideravi da bambina?
Bè sì, ho sempre ammirato molto mia madre, l’ho sempre stimata tanto per il suo percorso professionale. Credo d’aver sempre voluto seguire le sue orme, dando però un mio taglio personale alle cose. Mi piace molto personalizzare le cose; credo che ognuno di noi si possa distinguere sempre per qualcosa eppure riconosco che la difficoltà maggiore, in un mondo dove siamo tutti un po’ omologati, è avere la forza di riuscire a farlo, di riuscire ad avere un pensiero, una voce, una coscienza, anche se magari appare lontana dall’opinione comune. Ecco, riconosco a mia madre, e le sono molto grata di questo, d’aver sempre voluto enfatizzare la mia personalità, il mio Io vero diciamo, e di essere riuscita a farmi capire effettivamente cosa volessi dalla vita. M’ha insegnato ad avere una mia idea della bellezza, dell’amore, del lavoro, dell’autonomia, senza farmi omologare dalle aspettative imposte dalla società.
E’ un dono prezioso questo, t’ha permesso di coltivare la tua anima e di dare forma alla tua giovane vita con l’esempio. Cosa credi sia necessario fare, crescendo, per conoscersi davvero, per essere liberi e protagonisti della propria vita?
La libertà ha bisogno di rispetto, la si guadagna assieme alla fiducia e tutto quanto ne deriva, dimostrando precisione, competenza e preparazione e anche, ovviamente, con il rispetto verso gli altri e verso il mondo in cui viviamo. Io sono stata educata in questa maniera e ho avuto la possibilità di dimostrare la mia personalità fin da piccolina cominciando a lavorare presto (sorride). Però mi raccomando che non passi il messaggio sia mai stata costretta a lavorare da bambina! (Ride) Semplicemente dico che per conoscersi davvero si devono fare esperienze, si devono avere delle passioni, ci si deve mettere alla prova.
E tu hai iniziato presto ad occuparti di produzioni televisive e più nello specifico di divulgazione e documentari, qual è il tuo ruolo?
Come ti dicevo, ho iniziato sin da piccolina a seguire il lavoro di mia madre perché m’appassionava moltissimo, e ho avuto la possibilità di fare svariate esperienze e d’avere una visione d’insieme rispetto a cosa significhi oggi fare produzioni televisive e divulgazione. Crescendo ho potuto spaziare, ho fatto l’operatore video, un corso di fotografia per analizzare le luci, le inquadrature, storia del cinema, editing e montaggio, documentaristico, di trailer, musicale e tanto altro. Non credo si debba mai smettere di essere curiosi.
Le passioni di Liala Antonino
Per aver appena conseguito la maturità direi che ne hai fatte di cose! A motivarti ci sono tante passioni, la Filosofia, la Pittura, la Natura. Ecco, nella Filosofia mi spiegavi di aver trovato spesso delle risposte a quelli che sono tendenzialmente i quesiti che ciascuno di noi si pone durante la vita. Qual è il pensiero cardine che ti è rimasto dentro, fra i tanti che hai studiato e fatto tuoi?
Amo molto la Filosofia e anche la Psicologia. Un pensiero che mi ha proprio cambiato la visione del mondo è quello di Erich Fromm che, nel suo libro “L’arte di Amare”, ci guida in un’analisi che vede l’Amore come un’arte da imparare. Ma non con la finalità di affascinare qualcuno quanto con la consapevolezza che è alla base di tutto, arricchisce chi sa viverlo nella sua pienezza.
L’Amore, come concetto universale mi affascina molto e l’ho studiato attraverso letture e pensieri anche diversi tra loro. Ho letto molta Filosofia orientale, a partire dal pensiero di Osho che, seppure è un personaggio abbastanza controverso e contestato, offre numerosi spunti di riflessione. E poi c’è Platone e il meraviglioso “Mito dell’androgino”, secondo il quale la relazione fra due esseri umani non è finalizzata necessariamente alla procreazione, ma ha valore per se stessa, equivale al desiderio di colmare la mancanza della persona che, secondo appunto la mitologia, agli albori dei tempi era unita a noi.
Credo che l’Amore sia qualcosa di trascendentale che non si può descrivere né tantomeno classificare per i sessi o per l’età, è un’ energia potente che cambia a seconda delle persone, delle circostanze, dei momenti e permette a noi d’esistere.
Sono perfettamente d’accordo. E la Bellezza, nella sua accezione filosofica, che cosa rappresenta per te?
L’ esistenza stessa è Bellezza e fortunati quelli che hanno la capacità di scorgerla. Citando Montale, ma al contrario (sorride), invece che “Spesso il male di vivere ho incontrato” io direi “Spesso il bello di vivere ho incontrato”, nel senso che nella vita tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Il mondo è un luogo meraviglioso che offre Bellezza ovunque, e senza alcuno sforzo, eppure lo stiamo devastando proprio perché incapaci di coglierla e comprendere quanto sia da preservare e dia valore alla vita stessa.
Certo siamo tutti bravi a vedere il parco di Plitvice in Croazia e dire che è bello, ma dovremmo essere bravi anche a vedere un’ ape che impollina un fiore e riconoscere che è qualcosa di meraviglioso.
E la bellezza estetica, quella più umana, che tu oggettivamente possiedi, come la vivi, in che momento ti sei resa conto di essere bella, di avere questo dono?
Allora, in realtà i miei genitori hanno fatto sì, fin da quando ero piccola, che non puntassi la mia esistenza su un aspetto estetico, perché, diciamolo, le persone che vengono giudicate dalla nostra società come piacevoli esteticamente, come belle, a volte vivono anche il pregiudizio che, dato che sei bello puoi pure essere cretino (ride). Ecco questo pregiudizio mi fa arrabbiare perché la bellezza estetica è un dono appunto, non un merito e certamente non una colpa. Immagino che sia capitato anche a te di farci i conti.
Il problema è che mentre ad esempio la cultura, la personalità, quelle sono tutte cose che ti fai tu, ti crei tu e dipendono soltanto da te, il lato estetico dipende da una casualità, ecco perché è un dono e bisognerebbe farne buon uso (sorride).
Io non ho mai avuto problemi di autostima estetica, o meglio, mi correggo, perché in realtà quando ero piccolina, tipo alle scuole medie ma anche alle elementari, sono stata bullizzata perché ero la figlia di Licia Colò e avevo fatto la pubblicità della Kinder. Sono stata presa in giro e ci soffrivo molto per questa cosa, ma a farlo non erano solo i miei coetanei, quindi bambini o ragazzini, lo facevano anche alcuni professori. Ricordo un episodio, avevo quattordici anni e c’era la gita scolastica, mi avevano detto di vederci tutti in un posto, e per arrivare in quel posto bisognava prendere un treno regionale. Non è che io non avessi mai preso treni regionali, però non era la mia quotidianità perché non mi capitava spesso, non viaggiavo neanche troppo, perché ho iniziato a viaggiare molto quando ero un po’ più grande. Insomma, mi ero persa a Termini, non trovavo il treno regionale e sono quindi arrivata con un po’ di ritardo, perché poi ho chiesto informazioni e sono riuscita a raggiungerli con quello successivo. Arrivata a destinazione mi scuso col docente spiegandogli che non riuscivo a trovare il treno e l’avevo perso. Lui, di tutta risposta mi dice: “Certo, non tutti come te viaggiamo con le frecce in prima classe”.
Che delicatezza il professore, invece di rassicurare una giovane studentessa la denigra con uno stupido stereotipo.
Già, ad ogni modo crescendo ho imparato a non prestare attenzione ad atteggiamenti di questo tipo e a concentrarmi sulla mia crescita e crescendo ho imparato a conoscermi e riconoscermi a prescindere dagli altri.
Ti faccio un altro esempio, qualche anno fa quando ero più piccola, andavano molto di moda i capelli “liscio spaghetto”. E io, che ho sempre avuto un po’ i capelli ribelli da leoncino, nel senso che non ho mai avuto un riccio definito, né un vero liscio, ero sempre tristissima. Li piastravo e li tenevo sempre legati, non li lasciavo mai sciolti perché ero insicura dei miei capelli. Poi ad un certo punto, arrivata al liceo, grazie alle prime uscite tra amici, i primi fidanzatini, ho cominciato a sentirmi bella e apprezzata. Oggi credo d’aver raggiunto un certo equilibrio e amo prendermi cura di me.
Mi hanno paragonato a molte donne bellissime, anche durante lo shooting e questo mi lusinga, così come il paragone con mia madre ma non aspiro ad assomigliare a nessuna, ho voglia di scoprire chi sono.
Liala e Bambi
Avrai tutta la vita per farlo ma certo è che sei una giovane donna sensibile alle tematiche sociali, ambientali e degli animali. Vivi con Bambi, la tua adorata meticcia. Mi piacerebbe che raccontassi il tuo rapporto con gli animali.
Ok, allora, mia mamma, che ti ripeto credo abbia enormi meriti su chi sono io oggi, m’ ha insegnato ad apprezzare e a rispettare tutto il mondo naturale, fauna e flora. Bambi, il mio cane, è la mia famiglia. Non ho paura degli animali e non dovrebbe averne nessuno, anche di quegli animali che vengono ritenuti “schifosi” come ragni e serpenti. Non voglio fare la moralista, onestamente pure io, se entrassi in camera mia e vedessi una tarantola sul muro… beh, insomma, un momento di legittimo smarrimento lo vivrei anche io, chiaro. Però non ne avrei timore, piuttosto cercherei di spostarla da quello che non è evidentemente il suo ambiente (sorride).
Credo molto nel rispetto del mondo che ci ospita e negli equilibri delicati degli ambienti che spesso distruggiamo. Si ha timore di ciò che non si conosce o si conosce in maniera distorta. L’altro giorno, per esempio, ho letto un titolo terrificante su un quotidiano, “Turista ucciso da un elefante durante un safari”. Poi se vai ad approfondire la cosa, questo genio è sceso lui dalla jeep e Ale, io ho fatto il safari, ti assicuro essere severamente vietato scendere dalla jeep.
Sei nata nell’epoca della sovraesposizione d’informazioni e bisogna essere consapevoli del dilagare di argomenti trattati con superficialità e ignoranza. Come ci si può difendere?
Alla base di tutto, per combattere l’ignoranza e per non farsi manovrare nella vita, bisogna conoscere, acculturarsi e informarsi criticamente. Perché se tu conosci la realtà dei fatti, ti informi sulle cose e hai una preparazione comunque buona, la gente non ti potrà facilmente manovrare, perché se uno domani ti dice che il leone ti mangia a prescindere, ma tu conosci in realtà la natura del leone e sai che non ti mangia a prescindere ma soltanto se ha fame, saprai in quali contesti è pericoloso averci a che fare e saprai anche che quella persona ha un approccio superficiale alle cose ed è meglio evitarla (ride). Insomma farsi un’opinione personale sulle cose dopo averle approfondite mi sembra doveroso e necessario. Io leggo molti giornali online e non solo, di destra, di sinistra, internazionali, mi piace vedere la visione dei fatti che spesso è diversa anche a seconda dei titoli dei giornali e farmi una mia opinione.
Liala Antonino e il mondo dei social
Siamo interconnessi dicevamo e attraverso i social ci relazioniamo. Tu hai scelto di utilizzarli come strumento di crescita tua personale e anche, chiaramente, di divulgazione. Come ti vedi fra dieci anni?
Mi piace essere ottimista nella vita, perché penso sia fondamentale avere l’umiltà di cominciare piano piano, ma anche la forza e la lungimiranza di puntare in alto. Quindi tra dieci anni spero di aver fatto qualcosa che mi faccia sentire gratificata. Uso i social per far conoscere il mio pensiero alle persone, condividere il loro, appuntare le mie sensazioni e avere una testimonianza di questo momento della mia vita.
Ti guardo e vedo una ragazza colta, appassionata, capace di andare a fondo delle cose e vedo anche un modello cui ispirarsi e di questo sono molto felice. Mi parlavi della tua passione per la moda e guardandoti mentre posavi per questo servizio, non abbiamo potuto fare altro tutti che constatare quanto tu sia naturalmente portata per il modeling. Ti piacerebbe continuare?
A dire il vero non saprei, è stato tutto molto casuale in realtà, anche il nostro incontro e questa possibilità. Io sono molto spirituale e credo che le cose capitino per un motivo. Mia madre per prima ha iniziato la sua carriera lavorativa come modella ed io, per qualche motivo, mi sono ritrovata a partecipare ad alcune sfilate e shooting, guadagnare qualcosa, scoprire questo settore ed oggi avere l’occasione di raccontarmi a te e farmi conoscere. Il mondo della moda può essere criticato per tanti aspetti ma può essere anche molto interessante, mi affascinano le sfaccettature che lo caratterizzano. Attendo di scoprire dove mi porterà la vita!
Che valore ha l’amicizia per te?
Allora, ti do una risposta che forse non è quella che ti aspetteresti. Un po’ per il mio stile di vita probabilmente, ma non posso vantare di avere queste amicizie del cuore, tipo “ci conosciamo da sempre”. C’è un detto che dice che si è fortunati o in amore o in amicizia, no? Poi se sei fortunato in tutte e due “bella per te” (detto in romanesco, ride).
Non credo di essermi ancora mai innamorata, però ho incontrato brava gente, non ho mai avuto esperienze spiacevoli. Sul fronte amicizie, ho diverse buone conoscenze, però secondo me l’ amicizia vera è tale quando ti fidi ciecamente di quella persona, quando hai un rapporto quasi di famiglia, no? E devo dire che quello non l’ ho mai avuto, tranne che con mia madre che ritengo essere la mia migliore e più cara amica.
Cosa ti motiva appena sveglia la mattina?
Sto leggendo un libro che parla dell’Ikigai, una filosofia giapponese che ti aiuta a trovare, e vivere pienamente, la ragione della tua esistenza e intraprendere quella che loro chiamano “la via della felicità”. Sto imparando ancora molto da questo libro, l’ho iniziato a leggere da poco, in realtà non conosco bene questa filosofia. Però un’abitudine suggerita nel libro, che sembra banale ma che in realtà mi ha colpito e sto adottando, è quella di dirsi “Buongiorno!” la mattina a voce alta. C’è stato uno studio che dimostra, proprio a livello scientifico, che vengono attivati degli ormoni nell’organismo capaci di prepararti al meglio per vivere la giornata!
E stamattina l’hai detto?
Certo! E lo dirò anche domani, quando partirò per il mio prossimo viaggio assieme a Bambi.
Ph: Andrea Ciriminna
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