Piero Pelù: "Sarò un nonno ribelle"
24 Novembre 2016
Una volta l’anno – non lo nego- di notte sogno Piero Pelù. Sempre lo stesso sogno: fidanzarmi con lui, perché Piero, diciamo la verità, è proprio un bell’uomo. Gentile ma rude, bello anche con il passare degli anni (quasi 55), rocker nell’anima, grintoso ed affascinante, anche adesso che sta per diventare nonno poiché sua figlia (non vuole dire quale ) aspetta un bambino e lui entrerà nella categoria più ambita dai genitori di ogni paese, razza, ceto sociale. I figli son pezzi di cuore, ma i nipoti lo sono ancora di più. Si acquisisce una maggiore consapevolezza e ci si trasforma in persone migliori.
Il cantante ha tre figlie e lui stesso ha sempre dichiarato di non essere un genitore autoritario: “Perché l’autorità non conduce mai a niente di buono”; il rocker, padre di Zoe (12 anni), Linda (20) e Greta (26), non ha mai nascosto l’affetto per le sue “donne di casa”, nonostante nelle relazioni sentimentali abbia la fama di “sciupafemmine”. Le sue figlie hanno un grosso potere su di lui facendolo sentire molto amato come nessuna donna è mai riuscita a fare. “Ho educato le mie figlie senza soffocare il mio spirito ribelle, ma è molto difficile imporre delle regole evitando di essere autoritari”, prosegue il cantante, affermando con convinzione di non essere mai cambiato negli anni, ma di aver solo raggiunto una più intensa responsabilità rispetto agli anni in cui si considerava “totalmente selvaggio”. L’ex giudice di The Voice (che in questi giorni insieme al fedele partner Ghigo Renzulli sta promuovendo in giro per l’Italia il suo ultimo album Eutopia, uscito l’11 novembre edentrato direttamente al terzo posto delle classica FIMI dei dischi più venduti) è da sempre uno dei maggiori esponenti per i diritti dei più deboli, come ad esempio la comunità rom, di cui si è occupato insieme al cantante Fedez in una battaglia social contro Matteo Salvini. Un temperamento ribelle ed anticonformista quello del rocker fiorentino che sicuramente avrà un forte impatto sul futuro nipotino. Anarchico, pacifista ed obiettore di coscienza, Piero Pelù nel 1986, per l’anniversario della morte del generale Dalla Chiesa, organizza infatti un concerto a Palermo contro la mafia. Nel 1991 partecipa attivamente alla Marcia della Pace Trieste-Sarajevo per poi proseguire nel 1996 con una visita in Sierra Leone, durante la guerra civile, dando vita al progetto umanitario in collaborazione con Emergency, per la costruzione di ospedali in favore delle vittime di mutilazioni. Un padre medico, quello di Piero, che si era sempre opposto alla carriera del figlio – desiderando per lui un futuro nella medicina- ma che, dopo aver assistito ad un suo concerto, decide di appoggiare con rispetto ed affetto. Piero Pelù (nato il 10 febbraio 1962) dopo la maturità classica in uno dei più prestigiosi licei fiorentini, parte per Londra ispirato dal punk inglese ma tornerà presto a Firenze per fondare la band che ancora oggi – a distanza di 36 anni – rappresenta un caposaldo nella storia del rock italiano: i Litfiba. Inizia così un percorso fatto di grandissimi successi, tra cui i pezzi più famosi ed esplosivi come “El Diablo”, “Fata Morgana” e “Proibito”. Nel 1999 decide di intraprendere la carriera di solista ed inizia a collaborare con moltissimi artisti italiani ed internazionali: Luciano Ligabue, Adriano Celentano, Jovanotti, Mina e la cantante indonesiana Angunn che, con il brano “Amore Immaginato” si aggiudica il disco di platino nel 2002. Ma dopo dieci anni Piero decide di tornare nei Litfiba e la band si concede una lunga tournée, suonando per la prima volta anche a Londra. Un percorso professionale sempre in continuo movimento e, soprattutto, pieno di soddisfazioni di crescita personale ed artistica: energia e lealtà, ribellione ed altruismo caratterizzano da sempre questo grandissimo artista che è rimasto fedele a se stesso nel corso della sua carriera e che sarà un ottimo nonno, sicuramente non convenzionale, ma con grandi storie rock da raccontare.]]>