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Armani: lo stilista da ricordare, non da notare

Armani: lo stilista da ricordare, non da notare

Redazione Starssystem
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A chiarire il fine ultimo del suo operato e del suo mondo creativo – “l’eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare”, ci ha pensato lui stesso.

Questo fa con maestria da decenni, rimanendo immobile davanti agli stravolgimenti del mondo e a uomini in costante evoluzione. Rispetto ai colleghi resta fedele a se stesso. Sempre. Definita la propria immagine di eleganza va a declinarne, di stagione in stagione e di anno in anno, solo alcuni aspetti, rinnovandosi sempre stravolgendosi mai. Forse perché prima di tutto – e di tutti – ha compreso che l’eleganza, dato spazio e tempo, è oggettiva. Modificarne il tracciato di base, che è quell’insieme dato da portamento, cultura e disinvoltura, rischierebbe di farne crollare l’immagine. Magari e spesse volte in nome di un ‘originalità forzata e aggressiva. armani_2 Da qui ha creato un impero, dagli accessori agli hotel, dall’abbigliamento alla cosmesi. Non è solo uno stilista, è un esteta. Tutto è filtrato e dipende dalla sua immagine. Benvenuti nel mondo Armani. I fashion show sono grandiosi, immensi, in assoluto i più lunghi e ricchi di proposte del panorama moda. Apro una piccola parentesi: avete mai fatto caso che ogni outfit presente in passerella può essere adatto a qualsiasi circostanza e che adattando i capi dalla taglia di campionario dei modelli a quella comune la fluidità dell’indossato non perde nulla? Dietro questa logica, che non si può e non si deve dare per scontata, alberga la maestria rara che ha fatto grande lo stilista. Anche ora che il fashion system è in fase di fortissimo mutamento, cambiano i direttori creativi e le immagini estetiche, vengono rivisti i calendari delle sfilate e i l’ uomo e la donna vengono sempre più proposti in ottica no gender, Re Giorgio con assordante silenzio continua il suo cammino arrivando alla collezione menswear per la primavera 2017 presentata a Milano questa settimana. armani_3 L’uomo resta uomo e i colori sono i made in Armani: nero, blu navy, petrolio, rubino, grigi, carta da zucchero e sfumature del sabbia. Presenti, con garbo e moderazione, fantasie optical dai richiami anni 70’, in colori pastello. Pantaloni over dal taglio sartoriale con pinces dominano la scena con blazer a doppio o monopetto due o tre bottoni. Sciancrati alla perfezione, avvolgono spalle e vita senza costringerli. Maglieria, tantissima, prevalentemente girocollo o con scollo a barchetta, in miste di lusso seta-cotone cotone-lino o lycra traspirante. Classico il taglio dei giubbini di pelle ma singolari per ricami e lavorazioni. In Emporio qualche uscita sportwear con pantaloni da basket al ginocchio ingentiliti da cravatte sottili con nodo alla francese e camicie bianche. Non passano inosservate le t-shirt con l’impronta digitale a sottolineare quanto prima detto a proposito di tradizione “Oggi più che mai è importante ribadire la propria identità perché c’è una grande confusione, non c’è riconoscibilità ma un seguire le tendenze” spiega armani Il suo impero è un metodo per giunger all’eleganza oggettiva, che, torno a dire, esiste e ha chi la rappresenta. Perché lui? Perché ci insegna a guardare negli elementi semplici e a non darli mai per scontati. Nella semplicità alberga la perfezione, e quindi la reale bellezza. armani_4]]>

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