Istants and Istantaneous
McQueen – Parigi. Questa sfilata è sempre uno spettacolo, ma questa volta sono arrivato fuori tempo massimo: un unico posto libero, al buio, panico; secondi interminabili alla ricerca di una soluzione impossibile da trovare. Si accendono le luci e … la scenografia si trasforma in splendido set fotografico. Felice. Dior – Parigi. A volte le sfilate nascono per essere fotografate nel senso inverso: le luci creano la magia. Da Dior ho fotografato, incantato, quasi tutti i ritorni, rinunciando al davanti, ho seguito l’istinto, dimenticando per alcuni minuti il lavoro. Le sfilate durano un mese, quattro città, cinque aerei, sei alberghi,100 taxi, è una campagna, un circo. Ogni momento, le fotografie appaiono, basta guardarsi intorno. Il cellulare, nella sua immediatezza, è stato una liberazione, mi ha dato la possibilità di un raccolto quotidiano e, quasi per gioco, sono diventato social. Oggi è un lavoro. Armani – Milano. Per gli uomini della luce seguire una persona che cammina verso di te non è semplice, moltiplicato per cento modelli che sfilano in 8 minuti, riuscirci è un miracolo, a volte questo limite crea una diversa illuminazione, coni d’ombra improvvisi, modelli che appaiono in un lampo. Una casualità che dipinge altre immagini. Zeta Zegna – Firenze. Una casualità che dipinge altre immagini. Mi aggiravo alla Leopolda, teatro anche di diverse manifestazioni, ma questa coppia l’ho trovata perfetta e casualmente in posa, buio pesto, mi sono inginocchiato ho spinto la sensibilià della macchina a 50.000 ASA e ho fatto click. tolto il colore si è rivelato il sapore del vecchio BN. Chanel – Parigi. In una perfetta ricostruzione di un boulevard parigino anni 70, a noi fotografi, invitati ma imprigionati da un insormontabile transenna è rimasta solo la piatta rappresentazione di un solo punto di vista. La libertà di espressione è stata tutta una finzione. Moncler – Milano. In una cornice di un secolo andato, giovani uomini rappresentano uno sport antico,ma non un colpo, non un movimento, non una lacrima non un lamento, fermi. Deluso, finito lo show mi sono precipitato verso il ring incitando il ragazzo a calarsi nella parte. Ho citato, Adrianaaaa, non ha battuto ciglio. Alexander Wang – New York. Per chiudere la sfilata è bastato un primitivo faro di luce rossa che è balenato all’improvviso dal buio, accecando la lente. Come musica finale il battito sincero delle mani, figurine nere evaporano, l’inferno in un nero, spoglio capannone del porto. Tom Brown – Parigi. A volte fare il modello è molto faticoso, in questa sfilata sono rimasti ore all’interno di un museo,vestiti da inverno, protetti dal freddo in un caldissimo pomeriggio estivo, in fronte teche con minerali e sedie allineate, gli ospiti, riempiono la sala lentamente come una marea, accaldati, trafelati, seduti, appiccicati e profumati anche fare l’ospite è faticoso.]]>