Emergenza femminicidi: ogni 2 giorni circa, in Italia, una donna viene uccisa
Il 25 novembre si è celebrata in tutto il mondo la giornata mondiale contro ogni tipo di violenza nei confronti della donna, da quella fisica a quella psichica. In Italia crescono i femminicidi.
I dati dei femminicidi in Italia dall’inizio del 2023 sono allarmanti. Per ultima, precisamente tra la notte dell’11 e l’alba del 12 novembre è stata uccisa una giovane, Giulia Cecchettin, la numero 105 dall’inizio dell’anno. I fatti sono noti a tutti: l’Italia intera è rimasta per una settimana col fiato sospeso, sino al ritrovamento della ventiduenne ormai cadavere e dell’ex fidanzato arrestato in Germania, dopo una fuga assurda e sconsiderata.
Un fatto di cronaca che riporta indietro solo di qualche mese alla vicenda di Giulia Tramontano, anche lei assassinata brutalmente dal compagno – ricordiamo che era incinta al settimo mese- per ragioni apparentemente diverse: la prima per il “troppo amore” rifiutato dalla giovane nei confronti di Filippo Turetta, la seconda per “ostacoli alla nuova relazione” del compagno Alessandro Impagnatiello, innamorato di una collega di lavoro e desideroso di lanciarsi liberamente nella nuova storia d’amore con quest’ultima.
La matrice comune di entrambi i delitti resta però la medesima: le donne, da secoli, vengono considerate oggetti di proprietà dell’uomo e anche le generazioni più giovani, dai Millennials alla Generazione Z, pare abbiamo il seme del patriarcato ancora vivo e vegeto dentro di sé.
La cultura del maschilismo colpisce gli uomini e le donne ne sono completamente assorbite
Gli uomini sono abituati a vivere in un ambiente altamente sessista e le donne continuano a sentirsi inadeguate, in colpa o semplicemente fuori luogo a causa di comportamenti sbagliati da parte dei maschi fin dalla più tenera età che purtroppo, ancora oggi, non riescono a fronteggiare.
Sono molti i personaggi dello spettacolo che hanno mostrato indignazione tramite i Social Network riguardo al femminicidio di Giulia Cecchettin: da Laura Pausini a Fiorella Mannoia, da Chiara Ferragni a Piero Pelù – Mi vergogno di essere uomo, siamo tutti da rifare – volti noti del cinema, musica ed intrattenimento hanno reso omaggio alla giovane mettendo in luce quanto la nostra società sia ancora molto indietro in termini di parità di genere, rispetto e consapevolezza nei confronti del sesso femminile.
Donne empatiche, uomini sempre più narcisisti
Il padre di Filippo Turetta ed il loro legale hanno più volte dichiarato che il giovane assassino fosse “un ragazzo modello”, un “bravissimo figlio e studente” molto “innamorato di Giulia, tanto da prepararle i biscotti” , molto sofferente per la fine della relazione e spesso insistente nel volersi incontrare con Giulia: parole inequivocabili, segno che la supremazia dello stesso Filippo, le azioni manipolatorie, l’accanimento nel voler proseguire una relazione chiusa ormai ad agosto fossero cose assolutamente legittime da mettere in atto nei confronti della ex fidanzata.
Tutto ciò ha radici profonde, che vanno dal cat calling per strada, alle molestie sul luogo di lavoro fino alle violenze sessuali per colpa “dell’abbigliamento femminile” considerato un monito per poter procedere ad assalti ed umiliazioni.
La giornata internazionale contro la violenza sulle donne è apparsa come una crociata ancora lontana dagli obiettivi ovvii che dovrebbero consistere in un unica parola: rispetto. Le donne sono cresciute con “l’obbligo” di assecondare i maschi: Giulia Cecchettin ne è la prova. La ragazza si è sforzata di stare vicino al suo aguzzino, proprio perché si sentiva in colpa per averlo lasciato. E gli audio della ragazza inviati alle amiche ne sono purtroppo la triste constatazione.
Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999. La data è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal, tre donne rivoluzionarie dominicane che furono assassinate il 25 novembre 1960 dal regime di Rafael Trujillo.
Dal 1960 ad oggi sono stati fatti passi avanti ma per cambiare gli uomini serve molto tempo e stiamo assistendo ad episodi che dimostrano che la strada è ancora molto lunga. Basti pensare a tutti i commenti sessisti che spesso leggiamo sui Social Network a sfavore di donne di ogni età che “esulano” dall’immagine collettiva di mogli o di madri tradizionali.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha destabilizzato l’Italia intera perché, forse per la prima volta, ci siamo resi conto che le nuove generazioni hanno ben poco di nuovo, segno di una mancanza enorme di responsabilità sentimentale ed umana e che – come ha giustamente enfatizzato la Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli-un delitto così efferato è avvenuto da parte di un giovane nato negli anni 2000 mostrando ad un paese intero come sia stata scadente la considerazione della donna tramandata sino ad oggi dalle generazioni passate.