Sandra Milo
Incontrare Sandra Milo è un’emozione indescrivibile per uno che ama il cinema come me. Ascoltare le storie che affiorano alla memoria della “Sandrocchia” nazionale con nomi come Fellini, Rossellini e Pietrangeli purtroppo non capita tutti i giorni. Ha incarnato la diva di celluloide della “Dolce Vita” degli anni Sessanta, facendo sognare gli uomini di tutto il mondo con “8 e1/2”. In televisione, è stata la regina dei piccoli per tantissimi anni ed ora continua ad avere l’energia di una ragazzina nonostante le sue celebrate ottantaduesime primavere.
Come si è innamorato il cinema di te?
Tutto sommato non è successo subito, io sono così, conquisto con il tempo. Molte volte succede di raggiungere la fama immediatamente per poi perderla altrettanto velocemente, io acquisto valore piano piano.
Ho iniziato girando film in Francia, dove ero già nota, e poi anche in Italia si sono accorti di me.
All’epoca non piaceva la mia voce, dicevano che era inadeguata al mio personaggio con un fisico da vamp (come si diceva allora). Ho sempre avuto questa voce da bambina, che poi è diventata il mio punto di forza che mi ha reso unica.
Invece Fellini?
Bisogna dire che come molte persone che lo avevano già conosciuto era tutt’altro che difficile innamorarsi di lui. Nei miei confronti artisticamente credo che si sia innamorato subito dopo il provino di “8 e1/2” per il quale mi volle fortemente. In quel momento avevo lasciato il cinema dopo la presentazione a Venezia di “Vanina Vanini” del 61’ di Roberto Rossellini che era stato accolto malissimo sia dal pubblico che dalla critica, nessuno mi voleva più e sono stata costretta ad abbandonare le scene. Alla fine venne a casa mia a provinarmi, io non volevo assolutamente e scappavo. Non me la sentivo, e poi è stato un successo planetario, un rientro trionfale al cinema.
Bisogna dire la verità: ovvero che il personaggio era stato cucito su di me, per Federico ero l’amante ideale degli Italiani, provocante e priva di pensieri. Una vera amante, fatta di carne, piacere e senza problemi.
Da lì, è iniziata la nostra storia d’amore! (Pensa se non lo facevi il provino Sandra! “Sliding Doors” – sarebbe potuta essere un’altra storia, un’altra vita).
Qual è il film a cui sei più legata?
Forse è “La visita” di Antonio Pietrangeli, in quanto ero una ragazza molto bella e di per sé la bellezza e già molto appagante e nessuno approfondiva il fatto che io potessi avere una mente, un’anima e che fossi un’artista brava. Interpretavo la ragazza di provincia senza trucco e con un sederono posticcio. Insomma un’altra persona, ero senza le armi della seduzione per cui venivo riconosciuta.
Nella tua carriera hai fatto tutto il fattibile, ma c’è qualcosa che non hai fatto e che vorresti fare?
Ci sono tanti ruoli bellissimi che avrei voluto e altri che vorrei fare, a me piace recitare, diventare un’altra persona ed ho molta facilità per me uscire dal mio io ed entrare in un’altro. E’ sempre estremamente interessante scoprire una persona nuova. Il mio è il lavoro più bello del mondo.
C’è qualcuno o qualcosa che avresti evitato, se avessi saputo…?
Qualcosa c’è sempre nella vita per cui ti dici “tornando indietro non lo rifarei”, forse e dico forse c’è, non ne sono sicura, non ne ho mai avuto la prova. Non posso dirlo.(sorride)
Com’era essere una Star del cinema italiano hai tempi della “Dolce Vita”?
Era bellissimo perché esisteva lo “Star System” ed il cinema era sogno per la stragrande maggioranza delle persone. Rappresentava una vera evasione e la possibilità di entrare in un mondo fantastico, sia per noi che lo facevamo ma anche per noi che andavamo a vedere i film dei colleghi subendo il fascino dello straordinario. Adesso è molto cambiato, tutto questo arriva dall’animazione, dai super eroi, da una favola che sa di metallo e non di ali di farfalla o cose del genere.
Sei innamorata adesso?
No adesso no, però sono una persona portata ad essere felice e l’amore lo si può trovare negli amici, negli affetti, nella famiglia, non solo in un uomo o nella passione. L’amore ha mille sfaccettature.