Elia Piatto
14 Ottobre 2015
Da qualche anno Elia Piatto è il re indiscusso degli hair stylist delle sfilate milanesi, oramai designer del calibro di Vivienne Westwood, Daizy Shely e Stella Jean non possono più farne a meno. Creativo, calmo, risoluto e decisamente bello questo è l’uomo del back stage. Ma dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna: Marina Molinari, manager del loro spazio esclusivo che raccoglie tutta la Torino bene nel cuore pulsante della città.
Quali sono le tue proposte per la stagione che verrà? Per la primavera/estate 2016 diciamo che per prima cosa il capello deve essere in salute! Quando il capello sta bene il liscio rimane lucido e il riccio non tende al crespo, e soprattutto in fase di rifrazione del sole si manifesterà un effetto attraente. Il prodotto è fondamentale, ma non significa che se ne debbano usare tanti. Spesso si sbaglia lo shampoo, scegliendone uno in base a come vorremmo i capelli alla fine dell’asciugatura, la realtà è che bisogna guardare la condizione della cute che alla fine determina la condizione del capello. Raccontaci come accade l’incontro tra un hair stylist e uno stilista. Lo stilista ha sempre le idee molto chiare anche se poi materialmente non conosce la texture, io sono il traduttore che c’è in mezzo ai capelli e la loro idea di sensazione. Nel caso di Daizy Shely l’effetto è molto naturale visto che l’ispirazione è quella di una ragazza californiana che attraversa il deserto. Con l’effetto di un’ asciugatura all’aria aperta. I ritmi di questi giorni sono serrati, come si fa mantenere la calma e far in modo che tutto scorra per il meglio? Bisogna pensare alla fine. Il team è fondamentale ed è necessario darsi una mano l’uno con l’altro, anche perché la calma non arriva mai dalla stessa sorgente! Spesso si deve lasciare da parte il proprio ego per poter raggiungere l’obbiettivo finale, che non è quello personale ma è quello della stilista. Trovi che la cliente del salone si rispecchi nelle tue creazioni per gli show? Sicuramente le diverte e le incuriosisce, si informano e vorrebbero venire con me per respirare l’aria del catwalk, ma noi siamo bravi e portiamo in salone le riprese video che danno un idea di quello che succede. Le modelle più difficili con cui lavorare e per par condicio quelle con cui ti trovi meglio. Non voglio fare il diplomatico di turno, ma ho notato che con un “ciao come stai?” iniziale si parte sempre meglio! Sono tutte molto giovani e a causa della situazione in cui ci troviamo si tende a individualizzarle più come oggetto che come persona. Nel momento in cui le si tratta da persone è tutto diverso. Che prodotti usi in salone? Prevalentemente Redken e Shu Uemura, io e le mie clienti ne siamo entusiasti in quanto sono prodotti molto facili e di risultato immediato. Per quale stilista non hai ancora lavorato e vorresti lavorare? Sempre meglio metterli nell’universo questo genere di pensieri! Re Giorgio è sempre re Giorgio! (E oggi siamo a casa sua a Teatro Armani) Cosa non deve mai mancare nella valigia di uno Stylist come te? Spazzola per il raccolto, la lacca e le forcelle.]]>