La pittura proustiana di Mauro Di Silvestre
13 Febbraio 2015
WILD HORSES, 2013, olio e matita grassa su carta, 33,5×48 Cm
“[…] Non ho paura del male. Non ho paura degli estremismi religiosi. Non ho paura di uscire di casa quando viene la sera. Non ho paura che qualcuno possa ferire la mia famiglia perché ho imparato a proteggerla. Non ho paura di invecchiare. Non ho paura della morte perché la mia pittura mi renderà immortale”.
Dal 18 febbraio al 21 marzo 2015 alla z2o Sara Zanin Gallery di Roma in via della Vetrina 21 Mauro Di Silvestre, un artista romano di anima cosmopolita, presenta la sua ultima mostra intitolata “Io non ho paura” accompagnata da un manifesto personale con lo stesso titolo. Il pittore, nato nel 1968, ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere vincendo vari premi (il Premio Lissone, il Premio Celeste). Il suo percorso artistico è iniziato dalle mostre collettive che comincia ad esporre dal 2000, ma la sua prima personale, presentata da Achille Bonito Oliva, è arrivata nel 2007 alla nominata sopra Galleria z2o/Sara Zanin con la quale è legato finora. IL REGALO PIU’ BELLO, 2014, collage e olio su tela, 90×90 Cm La sua arte, essendo una continuazione del pensiero proustiano, cerca il tempo perduto, immerge nei ricordi del passato, richiama le figure dei famigliari e degli oggetti d’infanzia che sulle sue tele appaiono a tratti, più come dei fantasmi, catturando spesso tutta l’attenzione del quadro. Tra le caratteristiche più evidenti nel suo lavoro più recente, è la compenetrazione di eventi, persone e luoghi del passato, o del presente, che si intrecciano in una rete di ricordi sovrapposti e irrequieti. Il “disilvestrianismo” è pittura dei colori forti e decisi, contrastati con dei ricordi più intimi che denudano il vero volto “guerriero-nostalgico” dell’artista. TORNO PRESTO, 2012, collage e olio su tela, 40×35 Cm La mostra che apre l’anno 2015 è una mostra coraggiosa, ideologica, polemizzante. L’artista provoca un po’ il pubblico con il suo manifesto lungo di 30 righe in cui constata: “[…] Non ho paura del male. Non ho paura degli estremismi religiosi. Non ho paura di uscire di casa quando viene la sera. Non ho paura che qualcuno possa ferire la mia famiglia perché ho imparato a proteggerla. Non ho paura di invecchiare. Non ho paura della morte perché la mia pittura mi renderà immortale”. Di Silvestre con il coraggio da futurista e ambizioni da Orazio, a qualche giorno prima dall’inaugurazione e senza paura, concede a StarSystem una veloce e impavida, come la sua confessione-manifesto, intervista online. Un secolo fa, all’inizio di una nuova era della, cosi detta, civilizzazione e boom industriale, erano i futuristi a gridare il loro manifesto sulle pagine di “Le Figaro”. Oggi, quando i tempi sono cambiati e il mondo soffre la crisi economica e di valori, tu, l’artista a tempo pieno, gridi il tuo credo “Non ho paura”. In quali circostanze è nato questo bisogno dentro di te? La frase “Io non ho paura” nasce dalla sensazione che ho provato nei mesi in cui lavoravo alla mostra. Mesi difficili, dove ho superato ogni sorta di ostacolo, ma non ho mai smesso di credere in quello che stavo facendo. Gli artisti non hanno mai paura degli ostacoli, continuano a fare il loro lavoro nonostante le infinite ostilità che incontrano nel loro cammino, ma in questo momento ancora più duro per le difficoltà economiche e politiche che il nostro paese (e non solo) sta vivendo bisogna credere ancora di più nelle nostre capacità e dimostrare ancora di più il nostro coraggio. Bisogna gridare ancora più forte: Io non ho paura… La tua pittura di ricordi è diventata ribelle, coraggiosa, audace. Difendi e proteggi la tua memoria, la tua famiglia e te stesso che ritorni sulle proprie tele in corpo di bambino. E’ necessario essere così duri, così diretti per fare l’arte oggi? Quali ricordi hai bisogno di salvare? In genere i ricordi che uno tiene a mente, nel cuore o nei cassetti sono i ricordi piacevoli… Ma l’arte ha il potere di rammendare, abbellire, migliorare e perfezionare anche il ricordo più spiacevole. L’artista può raccontare il ricordo più bello come il trauma più brutto, appariranno entrambi, agli occhi di chi guarda, delle meravigliose opere d’arte, a volte più rassicuranti, altre meno. Io sono la mia memoria, sono quello che ricordo. Io sono il mio ricordo e il ricordo è la mia storia. Nelle mie opere c’è tutta la mia storia, i ricordi del passato ma anche momenti attuali che comunque diventeranno ricordo. Capisco che non è per tutti facile “frequentare” il passato, ma io ci sguazzo, mi ci sento a mio agio, entro ed esco dal passato con molta facilità e, al contrario di quel che credono alcune persone, non mi dimentico mai di vivere il presente. Nell’arte non è necessario di essere duri né di essere veramente diretti, ma è necessario essere veri, autentici. LA GIOSTRA DELL’EUR, 2014, carta da parati vintage, acrilico e olio su tavola, 70×70 Cm Siamo una società che vive in paura, l’Europa che vive in paura, il mondo intero che vive in paura. Le esecuzioni dell’Isis cercano di terrorizzare l’Occidente, vari movimenti di estrema destra alimentano l’odio razziale mentre, allo stesso tempo, siamo testimoni di un sanguinoso e disumano conflitto russo-ucraino che pian piano scivola fuori controllo coinvolgendo nella guerra tutti noi. “Io non ho paura” vuol dire che a te tutto questo non interessa? Come ti trovi in quel nuovo mondo così lontano dalla tematica dei tuoi quadri? Io sento tutto il peso delle guerre, dei conflitti e le minacce dei vari terrorismi, la fame nel mondo e il bisogno di cure. Sono cose a cui penso costantemente. Sono interessato al mondo che mi circonda, quello vicino come a quello lontano ma, come ho già detto altre volte, preferirei imparare vivere meglio con me stesso e le persone a me più vicine prima di provare a cambiare il mondo. IO NON HO PAURA (Diego), 2014, collage e olio su tela, 65×75 Cm Dipingere un fiore, un volto o una poltrona non significa non interessarsi ai problemi del nostro pianeta, ma in arte quello che mi riesce meglio di raccontare sono le cose che conosco di più e le cose che conosco di più sono quelle che ho vissuto e che vivo ogni giorno sulla mia pelle. Il resto mi sembra un “far finta di” essere sensibile e interessato. Credo che devono essere il giornalismo e la sociologia a raccontare quello che succede intorno a noi, gli artisti raccontano il loro mondo interiore seppur influenzati dal mondo esterno. Un pittore che dipinge una poltrona può essere molto più vicino al mondo e alle sue sofferenze di un artista che, per tornaconto personale, rappresenta un soldato con un mitra in mano illudendo un pubblico ingenuo della sua presunta sensibilità. Io non ci casco. Puntualmente nella storia chi ci governa, ci vuole vedere impauriti, spaventati, terrorizzati, beh io non mi farò spaventare da loro né dai pericoli del mondo che i loro cattivi governi alimentano. Io continuerò ad emozionarmi davanti ad un cielo azzurro o ad un campo di girasoli e troverò sempre il coraggio per affrontare qualsiasi difficoltà. Questo significa non avere paura.Photos: Martina Adami (ritratto dell’artista) e Andrea Veneri (quadri).
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